PHOTO
Black Rabbit. Jude Law as Jake in episode 101 of Black Rabbit. Cr. Courtesy of Netflix © 2025
Jude Law e Jason Bateman sono due fratelli che condividono silenzi ingombranti e dolori che pesano sull’anima, sullo sfondo di una New York oscura, multietnica e piena di segreti. Li abbiamo incontrati in occasione della presentazione mondiale alla stampa: complici, simpatici e carismatici proprio come due amici, anzi fratelli.
Troy Kotsur, la forza del silenzio
Al centro della conversazione, l’interpretazione di Troy Kotsur, che presta intensità e presenza a un personaggio indelebile. «Recitare con lui è stata un’esperienza straordinaria – ha raccontato Jason Bateman –. C’è qualcosa nella sua calma che sullo schermo ha un impatto incredibile. La sua presenza è sicura e accogliente, capace di passare in un attimo dal calore alla tensione. Ma ammetto che entrare in quel bunker con lui era sempre un po’ intimidatorio».
Il regista Sam Esmail ha aggiunto: «Con Troy abbiamo parlato molto all’inizio. Non doveva compensare il fatto di non avere la voce: la regia avrebbe mantenuto la gravità del suo personaggio, senza che fosse lui a guidare lo spettatore. Così si è potuto concentrare sul rapporto con il figlio, autentico e senza bisogno di parole».
Oltre la recitazione: produttori di sé stessi
Per Bateman e Jude Law, la serie rappresenta anche una nuova tappa dietro la macchina da presa, in veste di produttori esecutivi. «Per me è un’esperienza recente – ha spiegato Law – amo costruire la giusta famiglia di lavoro, sostenere le persone migliori e soprattutto evitare di coinvolgere chi può rovinare l’atmosfera. Questo ruolo mi permette anche di accedere a progetti che forse, come semplice attore, non mi verrebbero proposti».
Bateman ha sottolineato l’importanza di una visione complessiva: «Se vuoi centrare un obiettivo più piccolo e complesso, ogni reparto deve remare nella stessa direzione. Essere coinvolti fin dall’inizio significa avere voce in capitolo su tutto, dal casting al marketing. Credo che con Black Rabbit ci siamo riusciti grazie a una squadra straordinaria».
Fratelli, il cuore della storia
Gli autori Zach Baylin e Kate Susman hanno infine raccontato l’origine del progetto, radicata nelle loro esperienze personali. «Entrambi abbiamo fratelli – ha spiegato Baylin – ed è la relazione più formativa che esista. È qualcuno che ti conosce da sempre, e i modelli che si instaurano da bambini spesso restano immutabili. Con Black Rabbit volevamo esplorare proprio questo: cosa accade quando due persone crescono in direzioni diverse, cosa le riporta insieme e cosa invece le divide di nuovo».
Con la complicità di un cast d’eccezione e una scrittura che fonde tensione e intimità, Black Rabbit si presenta come una delle serie più attese della stagione. Dal 18 settembre su Netflix.