Senatrice Lucia Borgonzoni, sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura, l'intelligenza artificiale è un'opportunità o una minaccia?

L’intelligenza artificiale è una grande opportunità, ma è necessario introdurre regole e norme che impediscano che si trasformi in uno strumento negativo. Ritengo che una tale innovazione vada guidata e che sia importante analizzare attentamente le sue possibili applicazioni.

Quali le ricadute in termini occupazionali sul comparto arte e spettacolo, e segnatamente cinematografico?

È indubbio che ci saranno cambiamenti importanti, ma questo non significa necessariamente la perdita di posti di lavoro ma piuttosto che si svilupperanno di nuove professionalità, una transizione che deve essere facilitata e guidata. In tema di formazione, il Ministero della Cultura ha pubblicato due avvisi del Pnrr dedicati alla capacity building degli operatori dei settori culturali e creativi. Ci auguriamo che siano presentati progetti di finanziamento che sviluppino le professionalità necessarie per poter usare efficientemente l’AI.

L'AI, come lo sciopero degli sceneggiatori negli Usa testimonia, sfida massicciamente il diritto d'autore: quali sono gli scenari e, sperabilmente, le soluzioni che prospetta?

Il primo obiettivo è tutelare la creatività umana e non permettere che un algoritmo che lavora con la creatività di altri goda dei benefici economico-finanziari che andrebbero a coloro che hanno creato le opere su cui è stata “informata” l’AI. Le macchine sono strumenti, l’uomo invece ha creatività, emozioni ed empatia, da cui opere uniche e straordinarie. Su questo tema abbiamo già avuto diversi incontri e terremo una serie di eventi. Ritengo opportuno che si specifichi sempre al fruitore finale quali opere hanno ispirato la nuova creazione, anche nel caso di opere che non sono più tutelate da diritto d’autore.

A suo avviso gli effetti maggiormente nocivi dell'AI dove li riscontreremo? Il copyright può essere il deterrente?

Ovviamente ci sono ambiti come difesa e sorveglianza in cui l’attenzione deve essere particolarmente alta. Per quanto riguarda il MiC, l’attenzione deve concentrarsi sul copyright e sul concetto chiave che la creatività è propria soltanto dell’uomo. Solo l’uomo crea, le macchine elaborano.

Quale compito per il legislatore?

Ritengo che si debba lavorare per creare un sistema di norme che ci permetta di operare in piena fiducia, con l'obiettivo di potenziare la ricerca e la capacità industriale e al contempo garantire la sicurezza e i diritti fondamentali. Strada condivisa anche dalle recenti proposte normative europee.

Serve a suo avviso indire gli Stati Generali della cultura, o anche solo del cinema, per concertare il da farsi?

Se posso riprendere le parole della sua domanda, abbiamo gli Stati Generali della Cultura in stato permanente: il MiC incontra costantemente le associazioni e tutti gli attori della filiera. È anche grazie a questi incontri che siamo riusciti a mettere in campo gli strumenti migliori per lo sviluppo del settore. Ora stiamo lavorando alle modifiche del tax-credit, anche il tema dell’IA sarà dunque discusso e condiviso con tutti gli stakeholder.

Nel frattempo, l'estate cinematografica tenta di invertire la tradizionale siccità dell'offerta: che cosa è Cinema Revolution?

Cinema Revolution è una campagna del MiC a sostegno delle sale. Oltre a una straordinaria proposta di titoli internazionali (che usciranno in contemporanea con il resto del mondo), dal 16 giugno al 16 settembre permette la visione di film italiani ed europei a soli 3,50 euro perché il resto lo mettiamo noi.

Quali obiettivi, numerici se possibile, vi siete dati?

I risultati sono ottimi. I primi 13 giorni di giugno 2023 rispetto allo stesso periodo del 2019 segnano un netto miglioramento tanto che abbiamo riscontrato sia un maggior numero di presenze (12%) che di incassi (12.4%).

Per quale decremento del box office al 31 dicembre 2023 rispetto al 2019 pre-pandemico firmerebbe oggi?

Firmerei per un incremento! Speriamo di chiudere con un segno maggiore del 2019, ci stiamo impegnando tutti: Ministero, associazioni di categoria e il mondo del cinema. Abbiamo fatto un grande investimento.

Se prende il polso al cinema italiano, che cosa avverte?

Positivo: l’industria del cinema italiano è in fase di crescita. L’Italia piace ai produttori esteri e c’è stata un’esplosione dello strumento delle coproduzioni, che si è dimostrato molto efficace per attrarre capitali e internazionalizzare il nostro prodotto.

La Mostra di Venezia deve fare qualcosa di più per rilanciare il mercato interno, e la quota tricolore, e elevare a potenza internazionale, festivaliera e non, il nostro cinema? Che cosa ha in mente?

Negli ultimi anni, la mostra del cinema di Venezia è diventata sempre più centrale per il sistema internazionale. Per quanto riguarda il Ministero ci sarà una sempre maggiore sensibilità ed impegno anche verso tutti gli eventi collaterali che svilupperemo in quel periodo. Quest’anno presenteremo il Premio Gina Lollobrigida una grandissima, attrice, artista e simbolo del Made in Italy.

Il delegato generale di Cannes Thierry Fremaux ha criticato il governo italiano perché “non sostiene il cinema come meriterebbe”: Borgonzoni, che risponde?

Il Governo c'è e sta lavorando con e per il sistema cinematografico italiano! Gli investimenti dell'Italia per il cinema nel 2021 hanno toccato quota 885 milioni, più di quelli stanziati dalla Francia, che sono stati 799,4 milioni. Credo che prima di parlare di quanto fanno gli altri paesi, se proprio se ne sente la necessità, sarebbe opportuno informarsi.