"Ci sono tanti Re Magnifico nel mondo al giorno d’oggi. Tutti gli elementi di questo film appartengono alla vita, a una realtà in cui il Bene spesso si confonde con il Male. Però noi tutti ci auguriamo che la realtà imiti il film e che il bene vinca".

L’Amadeus che non ti aspetti, tra un Sanremo e l’altro, trova anche il tempo di doppiare Wish, il film Disney del centenario che sarà nelle nostre sale dal 21 dicembre.

Il conduttore, però, non presta la voce al malvagio sovrano del regno di Rosas, ma al capretto Valentino: “una cosa complicata dal punto di vista tecnico perché non avevo mai doppiato”. L’animaletto è il simpatico aiutante della giovane Asha, la protagonista impegnata a difendere il suo popolo dal perfido sovrano che ha intrappolato i sogni dei suoi sudditi in cima al castello, condannandoli alla tristezza.

La giovane cantante Gaia dà voce alla protagonista: “Doppiare un film Disney è stato un onore, un privilegio, e un sogno”. Un’opportunità affascinante anche perché, spiega l’interprete, “mi sono riconosciuta in molti aspetti caratteriali di questa eroina, una donna armata di tanto coraggio e tanta perseveranza, quindi è stato molto emozionante potergli prestare voce”.

Ad aiutare Asha, c’è come detto il capretto Valentino: “è stato tanto impegnativo quanto divertente doppiarlo. – continua Amadeus - Io ho visto e ammirato tutti i film della Disney con i miei figli e non sono un cantante, né un attore, faccio principalmente televisione, quindi è un sogno insperato che si realizza. Ringrazio tutto il gruppo che mi ha permesso di doppiare, in particolare Massimiliano Manfredi che è stato preziosissimo e indispensabile con i suoi consigli su come interpretare il personaggio”.

E sull’esperienza in sala doppiaggio il presentatore riconosce che “la formazione in radio mi ha agevolato nel giocare un po’ con la voce. Era complicato da un punto di vista tecnico perché non avevo mai doppiato e ci siamo trovati a dover mimare le espressioni di Valentino. Ho capito che se le mie espressioni corrispondevano a quelle del personaggio, la voce performava nel modo migliore”.

Anche Michele Riondino, voce italiana del Re Magnifico, ha parlato di “un desiderio, quello di doppiare un film Disney, che inseguivo da anni e anni. Avendo due figlie, una di 9 anni e una di 3 anni, ripeto con loro tutti gli anni le battute dei personaggi di questo universo".

Come per Amadeus, anche per l’attore tarantino l’esperienza si è rivelata particolarmente sfidante perché: “non è come doppiare sé stessi o un altro attore o un personaggio di finzione; bisogna immaginare continuamente le intenzioni dei personaggi dai gesti, dagli sguardi, dai movimenti della bocca, dagli atteggiamenti, dalla disposizione del corpo”. 

Co-regista del film è il premio Oscar Chris Bruck che, dirigendo le avventure di Asha, ha cercato sempre “l’equilibrio tra un linguaggio moderno e la tradizione Disney. Volevamo dare allo spettatore la sensazione che trasmettevano i film passati di questo universo, sfruttando, però, le nuove tecnologie: cercavamo una storia in cui la macchina da presa potesse muoversi all’unisono con i vari personaggi”.

La co-regista Fawn Veerasunthorn, invece, sottolinea l’intonazione inclusiva della storia sceneggiata da Jennifer Lee e Allison Moore: “abbiamo voluto ambientare la storia a Rosas, un regno magico che potesse soddisfare tutti i desideri di persone che vengono da tutte le parti del mondo, senza distinzione tra loro. L’abbiamo situato nel Mediterraneo come un’isola tra diversi continenti: volevamo che fosse credibile e si ricollegasse all’attualità”.

Attualità che comunque non esclude "l’omaggio alla nostra eredità e al modo di immaginare le storie di Walt Disney. – spiega ancora la regista – Abbiamo inserito tanti omaggi sia nei personaggi che nelle atmosfere a vecchi film della Disney come Pinocchio e Biancaneve, ma vogliamo lasciare al pubblico la possibilità di riconoscerli”.

I registi, però, nicchiano di fronte a chi chiede loro di messaggi politici contenuti in un film che parla di una popolazione vessata da un re, come di emancipazione femminile: “abbiamo iniziato a lavorare al progetto cinque anni fa: ci siamo concentrati sulle precedenti storie Disney e sull’archetipo classico della favola che contrappone il Bene e il Male. – chiarisce Chris Buck – Per cui è difficile per me individuare riferimenti diretti alla politica e all’attualità, ma sicuramente nel film c’è l’idea che nessun essere umano debba avere il potere su un altro essere umano”.