“Oggi risuona nel mondo un' eco di piombo, per usare un'espressione del poeta gesuita Gerard Manley Hopkins. Faccio un appello: in questo tempo di crisi dell'ordine mondiale, di guerra e grandi polarizzazioni, di paradigmi rigidi, di gravi sfide a livello climatico ed economico abbiamo bisogno della genialità di un linguaggio nuovo, di storie e immagini potenti, di scrittori, poeti, artisti capaci di gridare al mondo il messaggio evangelico, di farci vedere Gesù”.

Leggere l’analisi e l’appello di papa Francesco, culmine della prefazione al volume Una trama divina di padre Antonio Spadaro (Marsilio), è stato come illuminarsi per una improvvisa epifania. Nelle parole del Papa riconosciamo l’efficace definizione della nostra missione per il prossimo tratto di strada che si apre: all’inizio del nuovo mandato per il consiglio di amministrazione di Fondazione Ente dello Spettacolo e nel percorso lungo l’arco temporale tra il settantacinquesimo anniversario della nostra nascita appena celebrato e il prossimo traguardo del centenario. Una missione che è il faro e la direzione di cammino per tutti noi, protagonisti e artefici di molteplici progetti e, in particolare, per chi è più coinvolto nella redazione di questa Rivista, colonna del nuovo hub editoriale digitale da poco varato. L’incarico quinquennale che Fondazione Comunicazione e Cultura, espressione della Conferenza Episcopale Italiana, ha rinnovato al Presidente e al CdA dell’editore di questo giornale si fonda su una sfida: essere significativi.

Il pieno riconoscimento della nostra presenza e azione quale “voce della chiesa italiana nel mondo del cinema” ci assegna un’alta responsabilità che non vogliamo tradire e sprecare. Intendiamo la sfida dell’essere significativi in una duplice accezione. Anzitutto quella della rilevanza. Le trasformazioni del cinema, della sua grammatica, della sua fruizione e comunicazione, stanno imponendo anche a noi la necessità di un radicale cambiamento. Non è una sfida facile: stiamo ridefinendo i processi organizzativi, di lavoro e scrittura; stiamo compiendo scelte su cosa e come raccontare; stiamo verificando quali iniziative condurre, con che stile e scopo. La nostra azione o è all’insegna della rilevanza, nel panorama culturale italiano, o non serve. Se le nostre multiformi imprese non raggiungono quote significative di pubblico sprechiamo fatica, occasioni e risorse.

L’alternativa a questa nostra “rivoluzione” interna non esiste. Da qui la trasformazione, di cui già si vedono tracce, e per la quale ringrazio tutti coloro che ne sono gli artefici, chi in FEdS con coraggio, dedizione e intelligenza lavora per compierla. Ma vogliamo essere significativi anche nel senso più pieno del termine. Cuore della nostra azione è portare un significato. Per quanto ci si preoccupi delle esigenze di bilancio e dell’essere adeguati ai tempi, bussola del nostro cammino e criterio di giudizio per le nostre scelte è proprio in questa urgenza del significato. Il cinema di cui vogliamo occuparci su questa Rivista , nelle iniziative editoriali digitali, nei libri, nel format Cinematografo Incontra, nei festival, è quello che racconta l’uomo nella sua verità, nelle domande e speranze, nelle ferite e nella capacità del bene, nell’apertura al senso dell’esistere che trascende la materialità dell’esistenza.

Ecco allora la sfida di papa Francesco: nella sua chiarezza e capacità di provocazione, la risposta a quanto chiede sarà la prima preoccupazione di ogni nostro sforzo. Il cinema ha la forza di proiettare immagini di luce, di senso, sopra il tetro “piombo” che caratterizza questi tempi. E lo può fare non in modo consolatorio o per evadere dalla dura realtà, ma - rimanendo in dialogo con l’epoca che abitiamo - parlando un linguaggio nuovo, quell’alfabeto di speranza che da duemila anni è sorprendentemente innovativo: la buona notizia evangelica. Evidenziare, incoraggiare, approfondire e rilanciare gli echi e i riflessi della parola e del volto di Cristo di cui è sempre più ricca la cinematografia contemporanea è per noi la missione: senza prediche, ma rimanendo fedeli a 75 anni di storia, agli statuti del nostro mestiere e dell’arte che amiamo.

Vogliamo ringraziare papa Francesco per questo appello: ci permette anche di comprendere pienamente quanto sia importante la nostra presenza e di come si debba qualificare. Vorremmo anche porci in ascolto dei suoi consigli per realizzare in pienezza gli obiettivi che delinea. Per questo saremo da lui, il 20 febbraio, in occasione di un evento per noi straordinario: l’Udienza particolare che ha concesso alle donne e agli uomini di Fondazione Ente dello Spettacolo. Assoceremo a noi in questo appuntamento collaboratori, registi, attori, istituzioni, addetti ai lavori che condividono il nostro lavoro e lo sostengono. Grazie Santità per il suo magistero, per questo appello e per l’incontro a cui ci attende. Porteremo nel cuore anche voi che leggete e amate la Rivista del Cinematografo .