“Ho smesso per anni di fare l’attore perché era difficile in quanto asiatico trovare lavoro a Hollywood. Non avrei mai pensato di poter avere questa seconda possibilità”.

A parlare è Ke Huy Quan, giovanissima icona del cinema anni Ottanta nel ruolo dell’adolescente inventore Data de I Goonies, nonché compagno di avventure di Harrison Ford in Indiana Jones e il tempio maledetto, che dopo vent’anni d’assenza dalle scene torna alla ribalta in un’avventura nel multiverso.

Protagonista insieme alle leggendarie Michelle Yeoh e Jamie Lee Curtis di Everything Everywhere All at Once, il nuovo film scritto, prodotto e diretto dal duo di registi visionari The Daniels, in vetta al box office americano del 2022 e nelle nostre sale dal 6 ottobre distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection. Il film è prodotto anche da Jonathan Wang, dalla AGBO dei fratelli Russo e da A24.

Come mai è tornato al cinema? “La sceneggiatura è fantastica ed è scritta in modo meraviglioso. Amo il personaggio che interpreto. Questo era un film che avrei voluto fare da decenni: una storia sorprendente nel multiverso che ti fa chiedere cosa sarebbe accaduto se avessi scelto una strada diversa da quella che hai preso”, risponde il primo attore bambino di origine asiatica (nato a Saigon in Vietnam) che ottenne successo nel cinema americano.

Ke Huy Quan in Everything Everywhere All at Once
Ke Huy Quan in Everything Everywhere All at Once

Ke Huy Quan in Everything Everywhere All at Once

“Mi identifico molto in questa storia – dice – perché racconta un po’ il trauma intergenerazionale. Da bambino i miei genitori sono fuggiti dal Vietnam (il 30 aprile del 1975 l’Armata della Repubblica del Vietnam del Sud fu sconfitta durante la caduta di Saigon e la sua famiglia fu costretta a lasciare la madrepatria chiedendo asilo politico negli Stati Uniti, ndr). Ho quindi vissuto la condizione di rifugiato, poi ho avuto la fortuna di rimanere in America. Ma capisco i traumi che hanno vissuto alcune generazioni, le lotte che hanno fatto i miei genitori e la diaspora asiatica. E The Daniels l’hanno raccontata in modo estremamente autentico”.

E poi: “Ora Hollywood è più inclusiva di un tempo soprattutto verso gli asiatici. Questa volta ho realizzato il mio sogno perché ho recitato in un film multigenere. C’è di tutto: fantascienza, dramma, commedia romantica”.

E il produttore Jonathan Wang aggiunge: “Un film di fantascienza non si deve fermare a livello intellettuale altrimenti non ha cuore e rimane freddo. Per questo abbiamo raccontato questa famiglia un po’ asiatica un po’ americana. È anche un film che parla anche del mondo di Internet nel quale è sempre più difficile capire a chi credere. La risposta è la gentilezza: questo serve per cercare di capire veramente gli altri”. E sul budget del film: “Ve lo rivelo: non 25 milioni, ma 14 milioni, quindi meno di quanto si pensava. Un’economicità ci ha permesso una libertà creativa non indifferente”.

Nel film due importanti affermazioni: “Siamo tutti piccoli e stupidi” e “Dobbiamo darci una possibilità”. È d’accordo? “Le seconde possibilità sono molto importanti- risponde l’attore-. Io sono l’esempio di queste seconde possibilità perché dopo ventidue anni ho avuto l’opportunità di poter nuovamente recitare. Tutti meritano una seconda possibilità. Per quanto riguarda il sentirsi piccoli penso che sia giusto perché questo ti rende umile”.

Infine Ke Huy Quan, appena tornato da Londra dove è stato impegnato sul set dei nuovi episodi di Loki 2, conclude: “Spero di recitare ancora nel prossimo futuro. Non credo però che si farà il sequel de I Goonies perché non si è mai riusciti a trovare una sceneggiatura all’altezza del precedente. Sono davvero contento che il pubblico mi abbia accolto in questo modo così caloroso perché l’ultima volta che mi aveva visto sullo schermo ero un ragazzino”.