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Federica Luna Vincenti
“Molte volte la politica presa dal proprio ego annulla il popolo. I potenti fanno a gara per gestire le nostre sorti. Ci vorrebbe meno egocentrismo e più solidarietà. Non importa essere produttori o attrici. Noi abbiamo il dovere di fare la differenza attraverso il lavoro, producendo cultura e progetti che non siano creati per fare cassa, ma che restino nel tempo. A livello sociale bisogna partecipare a quello che sta accedendo”.
Federica Luna Vincenti arriva sul lago di Como per incontrare il pubblico accorso in Piazza XX Settembre durante la prima giornata della sesta edizione del Lecco Film Fest e da, interprete poliedrica e appassionata, guarda al presente ma ripercorre anche in dialogo con Federico Pontiggia, il suo percorso artistico da produttrice, attrice e cantante: “La musica e la composizione mi hanno aiutato tantissimo. Sono nata come un pianoforte un po’ stonato che col tempo si è accordato. Nel tempo ho trovato gli strumenti giusti per affermarmi nel mondo dello spettacolo, ma se ci sono riuscita è merito del mondo sonoro da cui provengo. Quando sarò vecchia voglio diventare come un’orchestra sinfonica”.
Dal pianoforte al cinema il passo è stato breve: “A ventuno anni ho prodotto il mio primo film mentre frequentavo il corso di recitazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. Ho capito che realizzando il desiderio degli altri potevo sentirmi utile”. Il film era L’uomo giusto di Toni Trupia.
Ora, infatti, che guida GoldenArt, una fiorente casa di produzione composta “da dodici donne un commercialista” non dimentica “lo studio burocratico sfinente che ci è voluto per imparare il mestiere. I primi anni facevo solo distribuzione: eravamo io, il telefono e una stanza”.
“Ma – sottolinea l’attrice – solo dopo oltre trenta spettacoli prodotti che attingevano alla grande drammaturgia europea, a Shakespeare a Pirandello, sono passata al cinema perché volevo qualcosa che restasse nel tempo”.
Della sua attività produttiva ricorda soprattutto “La scelta di Michele Placido e 7 minuti, dal testo di Stefano Massini. Un’opera fondamentale sull'importanza di saper dire di no in gruppo, di prendere posizione contro lo sfruttamento”.


Federica Luna Vincenti
(Stefano Micozzi)Presto Vincenti tornerà di nuovo sull'amato palcoscenico: “Questo inverno racconteremo a teatro l’imperatrice Sissi. Stiamo parlando di una figura cristallizzata nel tempo, ma che odiava la guerra e ripudiava l’aristocrazia. Venne rinchiusa nella sua camera, le morirono due figli, ebbe un’implosione del sistema neurologico. Racconteremo lei nella sua stanza che mentre riceve cure di bellezza esprime la sua amarezza verso la condizione degli ultimi, e si scaglia contro i conflitti del mondo”.
Contro l’appiattimento generale, l’artista sottolinea come oggi ci sia bisogno “di cultura e di conoscenza, ma c’è un po’ di pigrizia nel mondo produttivo: dobbiamo resistere a certe mode, a certe tendenze che vanno per la maggiore. Dobbiamo sempre nutrirci di cultura, leggere, arricchirci continuamente, dialogare insieme”.
La produttrice ha, poi, voluto prendere posizione rispetto al recente caso Kaufmann e al suo presunto ottenimento di un tax credit dallo Stato per un film mai girato. “Spero si faccia chiarezza sulla questione perché, come produttrice, non ho mai visto un finanziamento in anticipo. Ci sono tanti produttori che lavorano in modo corretto e dovrebbero essere raccontati dai giornali”.
Da qui l’appello accorato al Ministero della Cultura: “Bisogna far lavorare i produttori. Siamo tutti fermi perché dobbiamo pagare per uno che probabilmente ha frodato lo Stato e poi ha ammazzato pure la famiglia. Ci facessero lavorare”.
Rimanendo sull’attualità, Vincenti si è detta anche colpita dalle parole di Papa Leone XIV che ha richiamato tutti a gestire “con grande attenzione la comunicazione, perché è questa che muove ogni cosa. E come ogni cittadini dobbiamo rimanere lucidi, capire che molte notizie sono manovrate”.
Nel frattempo Federica Luna Vincenti è impegnata anche nella produzione di una serie in quattro puntate che sarà trasmessa prossimamente su Rai 1, diretta dal sodale Michele Placido e incentrata sull’assassinio di Rosario Livatino dal titolo Il giudice e i suoi assassini: “Parleremo di questi diciottenni che non hanno capito la tragedia che stavano compiendo uccidendo il giudice siciliano, e insieme le fragilità di un territorio tutto con la malavita”.
Poi aggiunge qualche dettaglio: “nella serie ci saranno anche Falcone e Borsellino. È un lavoro pensato per fare la differenza a livello sociale, per riavvicinare il pubblico e farlo riflettere sull'eredità della nostra Nazione”.
Prima di congedarsi c’è anche spazio per dar sfoggio delle sue doti canore: l’interprete saluta il pubblico di Piazza XX Settembre cantando la versione inglese di Noi vivremo il futuro e anche oltre per l’eternità.