(Cinematografo/Adnkronos) – La musica, con il suo ritmo emotivo e la sua potenza evocativa, irrompe con forza nella 82/a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (dal 27 agosto al 6 settembre), trovando casa in una speciale sezione Fuori Concorso interamente dedicata al legame tra immagini e suoni. Quattro titoli, quattro ritratti d'autore che, tra documentario e racconto intimo, trasformano la proiezione in un'esperienza multisensoriale. Da Napoli a Newport, passando per Milano e Firenze, è un viaggio nella memoria, nella creatività e nel rumore, anche quello interiore, raccontato attraverso la musica di Nino D'Angelo, Piero Pelù, Francesco De Gregori e il new folk di Bob Dylan, Joan Baez, Pete Seeger e Johnny Cash.

È un'opera d'amore e d'identità "Nino. 18 Giorni", diario on the road che il regista Toni D'Angelo dedica al padre Nino, icona della musica pop napoletana. Il film è un viaggio nel tempo e nello spazio: mentre il tour "I miei meravigliosi anni '80" porta il cantante in giro per l'Italia, la telecamera lo riconduce nei luoghi dove tutto è cominciato: San Pietro a Patierno, Casoria, Napoli. Il risultato è un ritratto affettuoso, che mescola il pubblico e il privato, la nostalgia e la riflessione generazionale. Non solo la storia di un artista, ma anche quella di un padre, di un uomo che ha saputo trasformare un'infanzia difficile in musica e poesia.

Francesco De Gregori. Nevergreen
Francesco De Gregori. Nevergreen

Francesco De Gregori. Nevergreen

C'è dolore, ma anche rinascita, nel documentario "Piero Pelù. Rumore Dentro", intenso e viscerale ritratto dell'ex frontman dei Litfiba. Il regista Francesco Fei segue Pelù nel momento più drammatico della sua carriera: l'improvviso acufene che lo costringe a lasciare il palco, mettendo in crisi identità e futuro. Ma ciò che potrebbe sembrare solo un addio si trasforma in un racconto di resistenza e trasformazione. Fei, con uno stile asciutto e coinvolgente, scava nella materia viva del suono, nel silenzio che ne consegue, e nella resilienza necessaria per affrontarlo. Un film che è anche una riflessione sul corpo, l'arte e i limiti (o la forza) dell'essere umano.

Dall'altra parte dell'oceano, Robert Gordon riporta in vita una leggenda: quella del festival folk di Newport, tra il 1963 e il 1966. "Newport and the Great Folk Dream" è un collage prezioso di filmati inediti, esibizioni memorabili e volti immortali - Bob Dylan, Joan Baez, Pete Seeger, Johnny Cash - che hanno definito un'epoca. Gordon, premiato con Emmy e Grammy, firma un omaggio vibrante a un sogno musicale e culturale che ha attraversato la società americana come una rivoluzione gentile, ma potente. Un documento storico che è anche una celebrazione dell'autenticità, della controcultura e della capacità della musica di cambiare il mondo.

Chiude la sezione una gemma per intenditori: "Francesco De Gregori Nevergreen", diretto da Stefano Pistolini, è la cronaca di una serie di concerti intimi tenutisi in un piccolo teatro milanese. Qui De Gregori, uno dei più grandi cantautori italiani, decide di risuonare i suoi brani 'minori', quelli che il successo non ha mai travolto, ma che custodiscono una forza narrativa e poetica sorprendente. Il documentario, arricchito da duetti con artisti del calibro di Elisa, Jovanotti, Zucchero e Ligabue, è una dichiarazione d'amore per l'invisibile, per le storie sommerse e per il tempo lento della musica vissuta in profondità.

(di Paolo Martini)