Il tema principale è la rinuncia e il sacrificio in generale. Quello sia della madre pecora, sia degli agnelli, in nome di qualcosa di più alto e in cui credi”. A parlare è Massimiliano Camaiti che ha presentato in concorso al Tertio Millennio Film Fest il suo film d’esordio Agnus Dei.
Il doc racconta il viaggio dei due agnelli: dalla nascita fino al compiersi del rito che trasforma la loro lana in un paramento destinato a essere indossato dal Papa.
Una tradizione secolare che si svolge tra le mura del monastero di Santa Cecilia in Trastevere, nel cuore di Roma, e si rinnova ogni anno a gennaio quando due agnelli appena nati, dopo essere stati ornati e benedetti, sono affidati alle cure di una delle monache di clausura. La donna se ne occupa con la tenerezza di una madre, accudendoli e nutrendoli.
La presenza degli animali ha uno scopo preciso: con la loro lana le suore del Monastero tessono il pallio che il Pontefice indosserà il 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo. “Per caso giravo per le vie di Roma durante il Covid e mi sono imbattuto in questa processione con due agnelli nelle ceste che entravano nella Chiesa di Santa Cecilia. Ho cominciato a fare domande e ho trovato tutto molto denso di significati”, racconta il regista, che è riuscito ad entrare con la sua macchina da presa in posti normalmente inaccessibili.

Il regista Massimiliano Camaiti (dx) a Tertio Millennio Film Fest @ Karen Di Paola
Il regista Massimiliano Camaiti (dx) a Tertio Millennio Film Fest @ Karen Di Paola

Il regista Massimiliano Camaiti (dx) a Tertio Millennio Film Fest @ Karen Di Paola

“All’inizio le suore mi hanno detto che non volevano farlo-spiega-. Poi grazie alla mia produttrice Giovanna Nicolai di Cinema Undici siamo riusciti a entrare e accompagnati da monsignor Marco Frisina ci siamo presentati per conoscerle. La Madre Badessa ormai è una mia grande amica. Piano piano si sono iniziate a fidare e sono state davvero gentili. Il loro è un modello di vita così differente che ci fa capire che ci sono varie strade che possiamo percorrere. Suor Vincenza, che allatta gli agnelli, è una che non si ferma un attimo. Ha perso il marito, ha iniziato a fare volontariato e poi ha sentito la chiamata. Una volta che è entrata ha lasciato tutto. Vivono in un posto che è da un’altra parte rispetto al mondo pur stando al centro di Roma”.
Fondamentale per la realizzazione del progetto è stata anche la Biennale College di Venezia. “Biennale College è una sorta di laboratorio dove tu mandi la tua idea- spiega-. Loro poi scelgono solo otto progetti italiani, da una sessantina, da sviluppare. Poi si va una settimana a San Servolo con una serie di tutor, che spaziano dalla storia alla psicologia, e esci da lì con il compito di scrivere un trattamento. In seguito vengono scelti tre progetti italiani insieme ad altri nove stranieri. Si rifà dunque la stessa cosa con altri tutor e un progetto già sviluppato. A quel punto hai un mese per chiudere la sceneggiatura. Se sei uno dei quattro progetti selezionati ti danno 200mila euro per realizzare il film che poi viene presentato a Venezia l’anno successivo”.
E gli animalisti come la prendono questa tradizione? “Arrivò una lettera della LAV, Lega Anti Vivisezione, che voleva stoppare la processione. Ma non è successo. Io ho cercato di mettere una distanza e di non dare giudizi, senza prendere una posizione sia su questo tema, né sull’ essere credenti o meno. Ognuno la vede come vuole. Nel mio caso posso dire di aver fatto le scuole dalle suore e dai preti, di essermi poi un po’ allontanato dalla religione. Ma ora questa esperienza mi ha molto riavvicinato”.
Il film, prodotto da Cinemaundici in collaborazione con Rai Cinema con il sostegno di Ministero della Cultura e con il sostegno aggiuntivo di Chanel, è stato comprato dalla Rai. Molto apprezzato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, ad oggi purtroppo non ha ancora una distribuzione al cinema. Ecco, ne meriterebbe senza dubbio una.