1929. Il maestro di musica Paul Leinert riceve una lettera inaspettata dal suo vecchio amico Otto Schiffmann, un giovane compositore di talento che ha lasciato Berlino in seguito ad un matrimonio fallito. La lettera è un invito a far visita ad Otto nella sua casa nel bosco e a scoprire il suo nuovo lavoro, una sinfonia a lungo attesa. Paul porterà con sé la moglie Anna e il collega Willi, ma una volta arrivati alla casa, Otto risulta scomparso. Mentre i tre ne vanno alla ricerca, Paul nota qualcosa di strano nel canto degli uccelli... Segnatevi questo nome: Timm Kröger. Sì, perché non ancora trentenne (classe 1985), dimostra con la sua opera prima (film di diploma...) di possedere un talento fuori dall'ordinario. Cinema e natura si fondono, dando vita ad un componimento che sembra trarre ispirazione da Wagner e dal panteismo romantico, mettendo al centro di ogni cosa la potenza evocativa del bosco: tutto ciò che nasconde, tutto quello che trasforma. Financo le persone, rischiando di farle perdere. Allontanare da loro stesse, avvicinarle ad altro. Contenuto nella durata (80'), il film di Kröger chiede allo spettatore di farsi complice nella ricerca, premiandolo al termine del percorso con un regalo di potenza visiva e intreccio narrativo che lascia senza fiato per almeno venti minuti. Lasciando al mare la parola "fine".