La "mente", la "donna", lo "zio" e "trippa". Rodata nel tempo, la squadra di killer uccide i vari obiettivi architettando "incidenti" che non possano lasciare tracce del loro intervento. Subito dopo l'ultima "coreografia", un autobus senza controllo uccide "trippa": tragica fatalità o architettura perfetta? Tormentato dal ricordo della moglie morta qualche tempo prima, la "mente" incomincia a credere che qualcuno abbia intenzione di farlo fuori con i suoi stessi metodi. L'ossessione e la paranoia finiranno per sovrastarlo...
Notevole lo spunto, accattivante la resa, Yi ngoi (Accident) dell'hongkonghese Pou-Soi Cheang sorprende per la commistione di spettacolarità (ogni "incidente" è calcolato - così come dai protagonisti - fino al più piccolo dei particolari) e tensione psicologica (il progressivo sprofondare del leader della banda), ma non riesce a mantenere lo stesso "coraggio" per tutto il corso della narrazione, offrendo il fianco al più telefonato dei "rinsavimenti".