Quella che era apparsa come una pioggia di meteore - inspiegabilmente imprevista - si rivela ben presto un massiccio attacco alieno alla Terra. Di più: un programmatico sterminio per appropriarsi della risorsa più preziosa, l'acqua. Le forze extraterrestri sono numerose e implacabili e, città dopo città, il mondo intero soccombe; soltanto a Los Angeles uno sparuto gruppo di marines, guidati dal sergente Nantz (Eckhart), resiste eroicamente.
Nulla di nuovo all'ombra delle navi spaziali, dunque: l'orrore della colonizzazione, il coraggio e l'altruismo degli uomini e l'abbondante retorica di stampo patriottico (statunitense, chiaramente) sono posizionati in bella mostra, dove si aspetta che siano i clichè fondanti del genere.
Sorprende invece per audacia la scelta, in un film con un budget che sfiora i 100 milioni di dollari, di confinare l'azione esclusivamente nel perimetro dei protagonisti, con un approccio realistico/documentaristico che consente di mostrare battaglie a stretto contatto con il nemico, come in un tradizionale film di guerra. Senza tuttavia rinunciare alle pirotecniche esplosioni di rito, né agli onnipresenti televisori sintonizzati sui telegiornali del mondo.