Le strade di due uomini radicalmente diversi s'incrociano. Stefan (Marek Kudelko) è un ragazzo ingenuo, dal cuore generoso e l'umore a pezzi. Ha perso tutto: l'ennesimo lavoro, la fidanzata, e gli ultimi residui d'autostima. Non gli resta che perdere la vita. Ma dopo due tentativi a vuoto, conosce la persona che fa al caso suo, Konstantly (Bohdan Stupka), un oligarca vecchio e inumano che ha urgente bisogno di un trapianto di cuore. E se il donatore fosse proprio l'aspirante suicida? Dopo lo scotto del Sole nero Krzysztof Zanussi cerca riparo nella leggerezza della commedia, ma la sostanza non cambia. Non bastano pochi forzati momenti d'ilarità a With A Warm Heart per risollevare la sorti regressive di un cinema sfacciatamente a tesi, più interessato a predicare che a interrogare o anche solo coinvolgere. Così non deve sorprendere se le dinamiche tra i personaggi e le loro evoluzioni - per non dire delle situazioni - sembrano pre-fabbricate e poco plausibili, Zanussi li muove come pedine di un gioco che deve avere sempre e solo un vincitore: il suo idealismo. I toni del regista sono più morbidi, è vero, ma resistono le priorità teoretiche, espletate come di consueto nel modo più smaccato e didascalico, come se l'aperta avversione verso l'homo economicus e la cultura post-moderna si traducesse automaticamente nel "ripristino" degli antichi valori e nella vittoria della Fede. Imponendo dal di fuori ciò che andrebbe suscitato dal di dentro, assumendo il teologismo per lo spirituale. Nulla da eccepire se fosse l'oratorio. Purtroppo (per lui) siamo ancora al cinema.