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Un giorno speciale
Gina (Giulia Valentini), 19 anni, sogna di fare l'attrice. Tacco 15, pedicure e acconciatura, vestito mozzafiato: la ragazza deve incontrare un politico che potrebbe aiutarla ad entrare nel mondo dello spettacolo. Per condurla all'appuntamento c'è Marco (Filippo Scicchitano), giovanissimo autista al primo giorno di lavoro. Dalla segreteria del politico continuano a far slittare l'incontro: per i due ragazzi inizia allora un giorno speciale, un giorno in cui le loro vite si sfioreranno. E da quella sera non saranno più le stesse.
"Volevo fare un film semplice, asciutto, apparentemente spontaneo fino a sembrare trasandato": Francesca Comencini mantiene i propositi, affianca l'esordiente Valentini alla rivelazione Scicchitano (Scialla!) e costruisce una sorta di on the road urbano che, partendo dalla periferica Porta di Nona arriva fino al cuore della capitale. Dal bowling a Euroma 2, passando per il Pantheon e i Fori: per Gina e Marco è forse l'ultimo giorno da adolescenti, lo spartiacque che li separa dal triste, marcio mondo degli adulti. E' tutto abbastanza prevedibile e scontato, però, dai dialoghi dei due protagonisti allo schematismo del racconto: Un giorno speciale - che riporta la Comencini in Concorso a Venezia tre anni dopo Lo spazio bianco - è talmente "preciso" da non lasciar nulla all'immaginazione: dal background dei due ragazzi al tentato apologo su un paese che ormai dà lavoro solo ad "escort" e "schiavi", ogni tassello del film si incastra in un mosaico che, appunto, solo in "apparenza", tenta di convincerci di essere vitale e spontaneo. Un po' come Marco, "incastrato" in un'eleganza e una parlata che non gli appartengono, il film sembra allora soffocare sul grande schermo, stretto da un linguaggio delle immagini che forse sarebbe stato più consono per un prodotto tv.
Ammesso, ovviamente, che in un paese come il nostro sia possibile sfruttare la televisione per raccontare storie di questo tipo.