PHOTO
Matilda De Angelis e Valeria Golino in Fuori
Una mappa per le stelle, non le star che di certo non mancheranno, a partire da Robert De Niro Palma d’Oro alla carriera e Tom Cruise con Mission: Impossible –The Final Reckoning. Più un percorso tra i titoli molto attesi e altri che potrebbero rivelarsi autentiche sorprese, tra Competizione ufficiale e sezioni parallele, Semaine de la Critique e Quinzaine des cinéastes.
Incominciando dal Concorso ufficiale con Alpha di Julia Ducournau, che dopo il successo critico di Raw e Titane, Palma gore nel 2021 e potente film transgenere, torna con il racconto di un trauma collettivo sullo sfondo di una misteriosa epidemia che spezza le ossa, letteralmente. Al centro della storia una ragazzina (Melissa Boros) che si confronta per la prima volta con la propria mortalità. Fanno corona Golshifteh Farahani e Tahar Rahim, che ha perso peso e sonno per il ruolo.


Mélissa Boros in Alpha
(MANDARIN & COMPAGNIE/KALLOUCHE CINEMA/FRAKAS PRODUCTIONS/FRANCE 3 CINEMA)Altro bel colpo da parte del direttore del Festival Thierry Frémaux, A Simple Accident di Jafar Panahi, trama segreta, pensiamo per la potenza del soggetto che si presagisce già dal titolo (Panahi è stato più volte arrestato, la prima volta nel 2010, sei anni di prigione e il divieto, per 20 anni, di dirigere film o scrivere sceneggiature, e soprattutto lasciare il paese. E la seconda nel 2022 con l'accusa di propaganda contro il governo iraniano).


Un Simple Accident
(Jafar Panahi Productions/Les Films Pelleas)Nouvelle vague di Richard Linklater è un affettuoso omaggio in bianco e nero da parte del regista texano a Fino all’ultimo respiro di Godard, e ad altre figure importanti in quegli anni rivoluzionari per il cinema francese. Fuori di Mario Martone con Valeria Golino e Matilda De Angelis, entrambe sorprendenti, che narra di Goliarda Sapienza, degli anni spesi in carcere e i legami speciali con alcune delle sue compagne.


Nouvelle Vague
(Jean-Louis Fernandez)Dossier 137 di Dominik Moll, che dovrebbe proseguire la riflessione morale, già in La nuit du 12, sulle forze dell'ordine, il loro monopolio della violenza e i loro limiti. Con una bella interpretazione di Léa Drucker. Il melò struggente The History of Sound di Oliver Hermanus con Josh O’Connor e Paul Mescal, che si incontrano durante la Prima guerra mondiale, si innamorano e decidono di attraversare l’America, guidati dalle tradizioni della musica popolare. Attori magnifici che, supponiamo strapperanno qualche lacrima.


Paul Mescal in The History of Sound
(Fair Winter LLC.)Ancora Josh O’Connor per The Mastermind, ladro maldestro per Kelly Reichardt sullo sfondo dell’America nixoniana (tra Massachusetts e Ohio), con una trama più strutturata del solito e un insolito contrappunto musicale. Altra sorpresa potrebbe essere Romería di Carla Simon (Orso d’Oro a Berlino per Alcarràs), che ritrae una giovane diciottenne aspirante studente di cinema sulle tracce della storia dei suoi genitori biologici, morti alla fine degli anni Ottanta. A guidarla nel viaggio, le pagine del diario della madre che raccontano un vissuto di amore e di droga.


Josh O'Connor in The Mastermind
Occhio anche a Two Prosecutors di Sergei Loznitsa, adattamento del romanzo omonimo sul giovane procuratore sovietico Kornev, che, dopo aver visitato le segrete del GULAG, ossia le purghe staliniane, decide di svelare la parte oscura del sogno comunista. Brillano in Un certain regard, Testa o croce? di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, un western magnetico sotto il sole della Maremma e un cast internazionale: John C. Reilly la star, Alessandro Borghi e l’eroina Nadia Tereszkiewicz. E Le città di pianura di Francesco Sossai, in cui due spiantati cinquantenni, hanno un’ossessione: andare a bere l’ultimo bicchiere. Un buddy movie pieno di musica.


Nadia Tereszkiewicz Alessandro Borghi in Testa o croce?
Da segnalare che la Semaine quest’anno ha fatto strike: Rodrigo Sorogoyen presidente di giuria, un’ottima selezione e almeno due esordi notevoli. Nino di Pauline Loquès, ritratto di un giovane uomo in un fine settimana drammatico, con Théodore Pellerin, sublime. E Reedland di Sven Bresser, inquietante opera prima sui sensi di colpa, ambientato in un canneto misterioso. Apertura in grande per la Quinzaine: Enzo di Robin Campillo, scritto da Laurent Cantet, scomparso recentemente, con il nostro Favino e un sedicenne dal cuore ribelle e pieno di contraddizioni che ha il volto accecante di Eloy Pohu.