Se l'animazione da qualche tempo a questa parte ci sta proponendo una certa ripetitività nei temi trattati e nei messaggi diretti al pubblico più giovane, adesso anche la varietà nelle soluzioni narrative sembra cominciare a scarseggiare. Dopo i due Cars e prima del prossimo Planes ecco un altro prodotto che ha come fulcro della sceneggiatura una competizione sportiva, da sempre veicolo di spettacolarità e scene roboanti. Il problema maggiore di Turbo è quello di non riuscire a proporre nulla di nuovo rispetto a quanto visto in precedenza, puntando più sull'effetto visivo che sulla compattezza della storia. Il risultato estetico è indubbiamente notevole ma quanto a solidità del racconto e caratterizzazione dei personaggi proprio non ci siamo. Rimangono dunque le scene spettacolari, che poi sono il metodo più sicuro per entusiasmare gli spettatori più piccini e lanciare il film a livello di merchandising, il mercato a cui l'animazione contemporanea sembra puntare anche di più rispetto agli incassi in sala. Turbo appare un film ideato e realizzato a tavolino per vendere i suoi protagonisti, non per intrattenere dentro una sala cinematografica. Con buona pace dell'originalità e della freschezza.