Si apre su un servizio fotografico: famosa cantante che si sta riprendendo da un esaurimento nervoso dopo la morte della madre, Jocelyn (Lily-Rose Depp) indossa un succinto kimono rosso, nonché il braccialetto del recente ricovero in ospedale. Poche storie, divieto di morale, come dice la sua impresaria Nikki (Jane Adams): "La malattia mentale è sexy".

Il ritorno è alle porte, eppure il tour non ha venduto come un tempo: sul nuovo singolo, World Class Sinner, si giocherà la carriera. Il suo manager, Chaim (Hank Azaria), racchiude il coordinatore dell'intimità delle riprese in un bagno per annullare il "nudity rider" della casa discografica.

Ma il peggio è, ehm, da venire: su Twitter compare una foto subito virale, un apparente selfie di Jocelyn con dello sperma sul viso, da cui parte nel team una discussione sul bukkake. Non è il momento migliore, per altro è già presente una giornalista di Vanity Fair, per la visita del rappresentante di Jocelyn (Eric Roth) a LiveNation, la multinazionale dell’intrattenimento, che a sentire che l’assistita è stata bollata come "il cumsock umano" sui social media.

Parte il dibattito su revenge porn e slut shaming, ma Jocelyn pensa ad altro: la nuova canzone, teme, è spazzatura? Detto che “Quando sei famoso, le persone ti mentono", la risposta viene dal carismatico e inquietante impresario Tedros Tedros (Abel "The Weeknd" Tesfaye), che la seduce sulla pista da ballo del suo nightclub. La canzone, le dice, va pure bene, il problema è Jocelyn: ispirandosi a Donna Summer, deve “cantarla come se sapessi scopare".

L’uomo – e siamo al secondo episodio - è controverso: hawaiano oppure no, fortemente indebitato, le remixa il pezzo, con sommo sdegno del tema di Jocelyn, che agli ansimi aggiunti pone un fermo divieto. Neanche le riprese del video di World Class Sinner vanno troppo bene; Jocelyn sta uno schifo, il ghiaccio usato nel sesso, ehm, soffocante con Tedros gli ha lasciato delle abrasioni, e i troppi ciak le fanno sanguinare i piedi. Colpo finale, sul palco invoca la madre defunta: il video è sospeso sine die. Ne approfitta Tedros, che la visita nella sua villa di Bel-Air con degli amici artisti che assiste: il suo obiettivo è chiaro, collaborare con Jocelyn “sarà più facile se mi trasferisco".

In anteprima mondiale al 76. Festival di Cannes, dove sono stati presentati i primi de episodi, è The Idol, l’attesissima serie in esclusiva su Sky e in streaming su NOW dal 5 giugno. Co-creata dal Sam Levinson di Euphoria, il cantautore Abel “The Weeknd” Tesfaye e Reza Fahim, è tragata HBO e ha per protagonisti “The Weeknd” e Lily-Rose Depp, la figlia di Johnny e Vanessa Paradis, nei panni della più grande e più sexy popstar d'America.

Nel cast Troye Sivan, Dan Levy, Da’Vine Joy Randolph, Eli Roth, Hari Nef, Jane Adams, Jennie Ruby Jane, Mike Dean, Moses Sumney, Rachel Sennott, Ramsey, Suzanna Son e Hank Azaria, nei primi due dei sei episodi complessivi The Idol sembra echeggiare, sul fronte delle dipendenze, la seconda stagione di Euphoria, e quindi focalizzare la relazione tossica tra Jocelyn e Tedros, che in un caleidoscopio di rosso, nero e neon evoca sulla dorsale thriller Brian De Palma e, vediamo Basic Instinct in tv, Paul Verhoeven su quella erotica – nonché, e non solo per i neon, Harmony Korine, mentre alcune dinamiche del team chiamano in causa Succession.

Va detto, la bella e brava Depp è seminuda per tutto il tempo, ed echeggia Brigitte Bardot. O forse, altro spettro esplicitamente citato, Sharon Tate? La seconda comparazione potrebbe illuminare il prosieguo, che come nella canzone al pianoforte dell’assistita di Tedros Chloe (Suzanna Son) pare segnato: “That’s my family/ We don’t like each other very much/I’m OK with that/But it breaks my mother’s heart”.

Vedremo, per ora The Idol conferma che è nata una stella, Lily-Rose Depp, e speriamo non à la Jocelyn, che The Weeknd ci sa fare non solo davanti al microfono, e che Levinson – e Reza Fahim, iraniano già re delle notti losangeline – è un talento in purezza, capace di tenere la camera in due staffe: denuncia e sfruttamento, sensualità e pornografia, predazione e vulnerabilità. La solita società dello spettacolo, con l’amore a imbrattare il selfie. E nel fuoricampo la presenza, sarà che siamo a Cannes, di Harvey Weinstein.