Cosa accadrebbe se provassimo l'esperienza della morte pur non essendo ancora trapassati? È quello che il regista italiano Mauro Borrelli intende raccontare in questo horror-thriller visionario – The Ghostmaker –dove gli incubi e le allucinazioni diventano realtà. Tre ragazzi, in seguito al ritrovamento di una preziosa bara del XV secolo – creata da Wolfgang Von Tristen, conosciuto come “l'artigiano del diavolo” – scoprono di non trovarsi davanti ad un feretro comune, ma ad una vera e propria ghostmaker, in grado cioè di rendere coloro che mettono in moto il suo meccanismo, dei fantasmi, facendoli vagare tranquillamente nel regno dei vivi come se fossero morti. L'esperienza che ne deriva, anche se solo per pochi minuti, è indimenticabile: il corpo dei tre giovani si smaterializza facendogli vivere una vera e intensa avventura da fantasmi. Una sensazione a cavallo tra la vita e la morte che diventerà una vera e propria droga, un'ossessione con delle controindicazioni, ovviamente. In questo caso la morte, l'annientamento di se stessi. Un vero e proprio incubo in grado di fare emergere, in coloro che utilizzano il feretro, cattiveria e aggressività del tutto fuori controllo.
Il film è un perfetto esempio di cinema indipendente di qualità. Un classico “B movie” che sopperisce alla mancanza di mezzi economici con le trovate visive creative come la bara, o il fantasma rappresentante la morte fatto con meccanismi di orologeria e la sensazione di trovarsi in una lugubre atmosfera da teatro degli orrori, che il marchio artigianale del prodotto rinsalda.