“Viviamo in un mondo crepuscolare”. Tenet è il palindromo con cui dal futuro si prova a fare tabula rasa del nostro presente.

Il tempo, la sua (non) linearità, torna ad occupare con forza il cinema di Christopher Nolan. Dopo lo stordimento onirico di Inception e la tripartizione bellica in Dunkirk, il regista britannico prende a modello i film di spionaggio per declinare la sua visione magniloquente (70mm e IMAX) in un ardito action sci-fi dalla trama poi non così complessa come molti credevano, ma dalla verosimiglianza discutibile.

Tenet - Copyright: © 2020 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Melinda Sue Gordon
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Il Protagonista (John David Washington) è coinvolto in una missione destinata a garantire la sopravvivenza di tutto il mondo: dall’Ucraina all’India, passando per la Costiera Amalfitana e Tallin, l’uomo sarà supportato da un misterioso agente, Neil (Robert Pattinson), e finirà nella rete del potente e spregiudicato Sator (Kenneth Branagh), che tiene sotto scacco non solo l’ex moglie Kat (Elizabeth Debicki), ma il mondo intero.

Inversione.Inception sta ai film sulle rapine come Tenet ai film di spionaggio”, la sintesi dello stesso Nolan: se in quel caso era possibile “architettare” e piegare la percezione del nostro spazio circostante, stavolta in base alla legge dell’entropia siamo di fronte alla possibilità che ogni oggetto possa invertire il proprio flusso del tempo.

Un paradosso, sul quale Nolan e il fido Hoyte van Hoytema alla fotografia, costruiscono l’aspetto più spettacolare e al tempo stesso complesso dell’intero film. Che in alcuni momenti lascia senza fiato, soprattutto grazie al martellante crescendo sonoro e musicale (notevole lo score di Ludwig Goransson) con cui si sottolineano i momenti più intensi della vicenda, dall’esplosione all’aeroporto di Oslo all’inseguimento in auto, fino alla missione conclusiva sui territori dell’ex Unione Sovietica.

Tenet - Copyright: ©2019 Warner Bros. Entertainment, Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Melinda Sue Gordon
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Quanto basta per sperare che da domani, 26 agosto, i cinema – la Warner Bros. lo distribuisce in 700 copie – torneranno a ripopolarsi grazie al titolo più forte dal pre-lockdown a oggi: Tenet – per il quale forse non basterà una sola visione – non è di certo il miglior film di Christopher Nolan, paga lo scotto di un meccanismo tanto spettacolare quanto involuto, senza mai – realmente – lasciare in sospeso l’incredulità come accadeva invece in Inception, ma regala l’ennesima riflessione sulla “macchina” Cinema (moviola, avanti, indietro: inversione) che solamente i blockbuster del regista del Cavaliere oscuro riescono a garantire: “Il cinema stesso è la finestra sul tempo che ha permesso di realizzare questo progetto”.

In fondo, la nostra sopravvivenza da spettatori (Protagonisti), non può non dipendere da questo: TeneT.