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Sorella di clausura (2025)
Stela è una trentaseienne innamorata in modo ossessivo di Boban, un anziano e famoso musicista balcanico. Oltre a pensarlo e a collezionare oggetti che lo riguardano, si barcamena tra i problemi economici e la sua poco appassionata relazione sentimentale. Fortunatamente conosce Vera, un’imprenditrice di successo che commercia articoli erotici: questa la assume e le permette di cambiare vita… fino a quando una disgrazia non stravolge di nuovo il destino di Stela.
Sorella di clausura è ambientato nel 2008, anno dell’ultima crisi economica mondiale e successivo di pochi mesi all’ingresso nell’Unione Europea della Romania, nazione in cui è ambientato il film. La scelta dell’anno non è causale, dato che le vicende della protagonista si focalizzano sulla centralità dei capisaldi della società capitalistica: il sesso e il denaro. Se il legame fra quest’ultimo e il sistema economico in cui viviamo è chiara, del primo termine citato, invece, si fa mercimonio continuo nel film: i prodotti di Vera sono di natura erotica e quest’ultima si presenta a livello mediatico in modo da scandalizzare l’opinione pubblica per i suoi argomenti pruriginosi e incentrati sulla liberazione sessuale delle donne. Fra i due capisaldi non vi è quindi differenza, dato che anche l’ambito erotico viene ridotto a denaro: non a caso, Stela non riesce ad ottenere la soddisfazione di nessuno dei due, finendo con un fallimento completo su entrambi i fronti.


Sorella di clausura (2025)
Il film diretto da Ivana Mladenović si divide in tre capitoli, ciascuno dei quali viene introdotto da una schermata che ne riporta il titolo. Ognuno di questi è incentrato su una relazione della protagonista con un uomo diverso, con i quali ha sempre problemi sessuali, e su una ossessione che la consuma. Il primo vede Stela struggersi per Boban e vivere in un mondo parallelo fatto dalla sua immaginazione mentre, nel frattempo, si vede con un ragazzo che ha l’unico merito di somigliare vagamente al musicista. Nel secondo, la protagonista viene assunta da Vera e si trasferisce dalla campagna a Bucarest. A seguito di questi cambiamenti inaspettati, migliora le proprie finanze prima precarie e intrattiene una liaison con un editore, che la blandisce offrendole di lavorare per lui come traduttrice. Stela, dopo essere stata scaricata dal quest’uomo, sviluppa un’attenzione morbosa per lui, finendo col travestirsi pur di rivederlo. Il capitolo conclusivo, infine, vede la protagonista tornare in povertà perché l’azienda di Vera fallisce, oltre a intrecciare l’ennesima relazione platonica con un uomo. In quest’ultima sezione, Stela nutre un’ossessione per i problemi che l’hanno perseguitata per tutto il film, cioè la sicurezza economica e i suoi problemi sessuali.
In tutto il film coesistono principalmente tre generi: dramma, commedia grottesca e melodramma. Tuttavia, ognuno di questi prevale nei singoli capitoli: in quello finale spicca il dramma perché la protagonista vede spegnere le proprie speranze verso le sue ambizioni e i suoi sogni di natura economica e relazionale; il secondo è dominato dal melodramma per via dei rivolgimenti inattesi e delle svolte improvvise nei destini di Stela; infine, il primo vede prevalere la commedia grottesca.


Sorella di clausura (2025)
Il capitolo iniziale, il più interessante e originale del film, vede la protagonista rifiutare la realtà per vivere in un modo immaginario pregno della sua ossessione per il musicista Boban che, in realtà, non è altro che un anziano signore canuto e avvizzito. La follia di questo desiderio viene suggerita dalla regia anche tramite un uso particolarmente intenso della corporalità degli attori, in particolare di Stela: il suo amore per questo vecchio raggiunge il suo apice quando lei ruba dalla strada un poster che lo ritrae a dimensione naturale e, a casa, si spoglia nuda per poi coricarsi sull’immagine cercando di intrattenere con questa un rapporto sessuale. Si tratta di una scena molto intensa, resa con un lungo piano sequenza e un’angolazione a piombo, cioè con la macchina da presa che viene posta letteralmente sopra l’attrice, in modo da riprende nel migliore dei modi tanto il suo corpo quanto l’immagine di Boban così da simulare un tentativo di amplesso tanto grottesco quanto assurdo.
In conclusione, Sorella di clausura è un film interessante e originale, capace di raccontare uno spaccato storico della Romania contemporanea, quello successivo alla sua entrata nell’UE, tramite la vicenda personale di Stela.