Napoli? Criminale, musicale e sentimentale. Tris di generi e registri per i Manetti Bros., Fuori concorso al Festival di Roma con Song' e Napule, poliziottesco 2.0 non solo ambientato, ma nutrito della stessa città partenopea, tra camorra e cantanti neomelodici. Protagonista è Paco (Alessandro Roja, convincente), diplomato in pianoforte al conservatorio e disoccupato: grazie a una raccomandazione di mammà all'assessore di turno, trova posto in Polizia, ma inetto e inesperto quale è finisce ad ammuffire in un deposito giudiziario. Ma non dura: il commissario Cammarota (Paolo Sassanelli, al solito bravo) è sulle tracce di un pericoloso camorrista detto O' Fantasma, Paco può essere lo strumento dell'operazione cattura. Complice i suoi trascorsi musicali, dovrà infiltrarsi nel gruppo del neomelodico Lollo Love (Giampaolo Morelli, non solo attore, ha un futuro da neomelodico!) – la sorella è interpretata dall'esordiente Serena Rossi – che si esibirà al matrimonio della figlia di un boss: tra gli invitati, pare, anche O' Fantasma, di cui non si conosce il volto, solo che ha una mano senza tre dita…Il genere Manetti, si sa, è il genere Italia: sono loro gli alfieri della rinascita e della conservazione di quel cinema popolare che così tanto (bene) ha fatto per la storia patria di celluloide. Dopo horror (Paura), fantascienza (L'arrivo di Wang), Song' e Napule, ultimo film prodotto dal compianto Luciano Martino, fonde musicarello e polizi(ott)esco, basandosi su attori affiatati, un decor genuinamente compreso e una storia che senza troppi colpi bassi alla verosimiglianza fa di realtà commedia pro bono. Piacevolmente fresco, sinceramente pop, un film senza pretese, che conferma la generica particolarità dei Manetti, e lascia una domanda: della differenza tra cinema e tv se ne fregano coscientemente o che? O è Morelli, già Coliandro e ora neomelodico, a gettare neglio occhi il fumo dell'assimilazione?!?