“Siete un prete o un imprenditore?”, viene domandato a don Giuseppe, che l’abito talare o la camicia clergyman non sa da che parte si indossino, mentre esplora dei terreni ed espone la sua idea per sfruttarli al meglio e farci lavorare quei detenuti di cui è cappellano. Perché don Giuseppe Santoro ha sì un animo imprenditoriale, ma a servizio della sua azione pastorale rivolta specialmente agli ultimi e agli emarginati dalla società.

Come immaginabile non a tutti piace questo suo carisma e così, con il pretesto di rimuoverlo dal suo incarico per due carcerati fuggiti sotto la sua tutela, la Curia lo invia come parroco di quattro chiese del Rione Sanità di Napoli, dal quale lo stesso prete proviene. La sfida a viso aperto contro la malavita lo condurrà a farsi nemici più pesanti e pericolosi ma, allo stesso tempo, a cambiare il volto di un quartiere abbandonato e trascurato, partendo anzitutto dai giovani che lo abitano.

Noi del Rione Sanità
Noi del Rione Sanità
Set della serie "Come un padre" di Luca Miniero. Nella foto Carmine Recano, Vincenzo Nemolato, Chiara Celotto, Federico Cautiero e Morena Chiara De Luca. Foto di Gianni Fiorito Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni Fiorito. (Gianni Fiorito)

Noi del Rione Sanità, fiction in sei episodi diretta da Luca Miniero, dal 23 ottobre in prima visione su Rai 1 (divisi in tre serate) e in boxset in esclusiva su RaiPlay, si ispira dichiaratamente alla straordinaria figura di don Antonio Loffredo, autore di un’opera letteraria omonima (edita da Mondadori) dove racconta i suoi anni alla Sanità, cui fu inviato dall’Arcivescovo nel 2001 – e lì ancora oggi vi risiede – dopo un’esperienza a Poggioreale. Un uomo vulcanico, dalle mille idee e progetti, che non si è mai fatto intimorire dalle pressioni esterne e ha dato vita, fra le altre, alla cooperativa “La Paranza” attraverso la quale i giovani del quartiere stesso fanno esplorare ai turisti le sue bellezze, dalle Catacombe riqualificate ai palazzi storici, gioielli spesso nascosti dietro angusti ingressi.

A dare corpo al sacerdote è Carmine Recano, già comandante Massimo Esposito di Mare fuori, serie di enorme successo che ha molte assonanze con questa fiction non solo per la sua napoletanità ma anche per gli intrecci della sceneggiatura, la tipizzazione dei personaggi secondari e, non ultima, una sigla che la richiama fortemente. Forse la caratterizzazione un po’ stereotipata di alcuni ruoli (su tutti il sacrestano Lello, l’eterno chierichetto Asprinio, l’invidioso curiale don Bastiano) e la polarizzazione netta di bene e male, sebbene diano al pubblico generalista di Rai 1 ciò cui sono abituati e che si attendono da una fiction, rischiano di banalizzare un prodotto dall’alto contenuto valoriale e testimoniale.

Tony Laudadio, Bianca Nappi, Vincenzo Nemolato e Carmine Recano in Noi del Rione Sanità
Tony Laudadio, Bianca Nappi, Vincenzo Nemolato e Carmine Recano in Noi del Rione Sanità
Set della serie "Come un padre" di Luca Miniero. Nella foto Carmine Recano, Bianca Nappi, Vincenzo Nemolato e Tony Laudadio. Foto di Gianni Fiorito Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni Fiorito. (Gianni Fiorito)

Accanto a Recano, oltre a un nutrito gruppo di giovani attori napoletani esordienti fra cui Rocco Guarino nei panni di Massimo, ragazzo “infiltrato” dal potente di zona e che – si capisce subito – è destinato ad essere uno dei più fedeli a don Giuseppe, troviamo Nicole Grimaudo nei panni di Manuela, vecchia fiamma del sacerdote e ormai madre di una bambina e sposata a un uomo violento, chiamata a riaprire alcune brecce nel suo passato.

Degna di nota e lontana da stereotipi è suor Celeste, pragmatica e ironica, colonna silenziosa che sostiene don Giuseppe, interpretata da Bianca Nappi. Vero merito della fiction, piuttosto godibile nel suo insieme, è quello di presentare al grande pubblico la figura di don Loffredo e, insieme, introdurla e incoraggiarla a visitare il Rione Sanità, un luogo di contraddizioni, ma anche di comunità, creatività e resistenza.