L'ultimo titolo in concorso a Berlino 63 è quella del coreano Hong Sangsoo. Nobody's Daughter Haewon è la storia della studentessa di college Haewon. Ragazza impeccabile e di talento, se non fosse che intrattiene una relazione con il suo professore Seongjun, che però ha l'accortezza di terminare. Haewon decide di cercare Seongjun dopo una lunga pausa proprio il giorno in cui sua madre lascia il Paese per il Canada. Haewon è triste ma soprattutto confusa quando viene scoperta da due commilitoni al ristorante con il professore. Questa volta è la fine della finzione. La relazione è scoperta e rischia di sciogliersi al sole. Ma Seongjun vuole fuggire con lei.
Hong Sangsoo è un cineasta riconosciuto, molto premiato e tra i più importanti del cinema asiatico. A Cannes è stato vicino varie volte alla Palma, l'ultima l'anno scorso per il suo In Another Country. Qualcuno ha scritto che quello di Sangsoo è un cinema del sogno. È vero. Anche questa storia è una storia di sogni negati. Di sogni che non riescono ad aderire alla vita. La camera di Sangsoo è accurata, e dei sogni sa cogliere il colore cangiante. Perché Haewon si addormenta al ristorante? È stanca dell'amore? O forse è solo uno dei sogni da cui si risveglia ogni volta delusa?
Hong Sangsoo anche stavolta getta sul tavolo il suo manifesto poetico: quanto è reale la nostra vita da svegli? E qual è la materia dei sogni? Un film elegante e compiuto.