Johnny To si ripresenta (a sorpresa) a Venezia, in Concorso, dopo il divertente Exiled dell'anno scorso. Questa volta porta sullo schermo la vicenda di un poliziotto costretto ad abbandonare il lavoro perché ritenuto pazzo dai colleghi. In realtà, investito di uno strano potere, Bun (Lau Ching Wan) riesce a vedere lo spirito dei demoni che condizionano le esistenze delle varie persone. Ricontattato dall'ispettore Ho (Andy On) per aiutarlo a risolvere il caso di un omicidio di cui è rimasto vittima un collega, Bun ricomincerà ad indagare col suo vecchio metodo, affidandosi "all'istinto prima che alla logica". E' inarrestabile Johnnie To, artigiano di classe e fra i registi più prolifici di Hong Kong (più di 45 film dal 1980 ad oggi), nuovamente convincente per quello che riguarda direzione degli attori e costruzione d'ambienti: la partenza di Mad Detective è strepitosa e la prima missione del rientrante Bun è introdotta con un grande espediente formale ed estetico (si pensi alla camminata verso il sospettato, poi "sostituito" dal gruppo di demoni che lo "accompagnano", per non parlare dello scontro seguente nel bagno del ristorante). Si perde un po' nella parte centrale, il film, ma recupera in slancio verso il finale, dove la resa dei conti fra i vari personaggi - "intrappolati" e riprodotti da una moltitudine di specchi - guarda ai Reservoir Dogs e cambia le carte in tavola con un sorprendente gioco di parti. Certo, ancora una volta ci domandiamo quale "vita" possa avere un film come questo nella competizione ufficiale, ma rimane comunque un gran divertimento.