Tre anni dopo The Agronomist il regista statunitense Jonathan Demme conferma la sua straordinaria abilità nell'adeguare il proprio talento cinematografico ai ritmi e agli stilemi documentaristici. Jimmy Carter Man from Plains, presentato alla Mostra veneziana nella sezione Orizzonti doc, è il perfetto esempio di come sia diventata fondamentale, dall'avvento di Michael Moore in poi, la ricerca di nuovi approcci narrativi che colmino le lacune evidenti (spesso in malafede) dei normali mezzi di informazione, particolarmente in America. Il film si sviluppa attorno alla giornata tipo dell'ex presidente degli Stati Uniti alle prese con la promozione del suo libro Palestine. Peace not Apartheid. La condizione che Demme ha imposto, al momento di accettare la realizzazione del film, è stata la assoluta libertà di come dove e quando riprendere Carter. Il quale, confermano l'opinione che il regista premio Oscar aveva già di lui, ha accettato di buon grado rivelandosi un personaggio coerente con le proprie convinzioni e disposto a sfidare qualsiasi avversità pur di difendere le sue scomode opinioni, a partire dalla scottante questione palestinese al centro del suo libro. Seguire un uomo che è stato il più potente della terra nella banalità del quotidiano è, paradossalmente, un'impresa eccitante. Solo riprendendo "dal basso" le sue vicende ci si è potuto rendere conto della fatica immensa che comporta la sopravvivenza del "contrario", di colui che rappresenta una voce fuori dal coro che si leva contro l'amministrazione Bush. Ma l'impegno di Jimmy Carter, e questo è il punto, non è tanto "contro" qualcuno, ma "a favore" dell'umanità. la centralità della questione palestinese e le accuse di antisemitismo pur occupando la parte più importante della attività dell'ex presidente non esauriscono l'imponente attività del suo entourage e della sua stessa famiglia. Ad esempio nella lotta contro alcune malattie che affliggono il continente africano e che la Carter Center ha provveduto con la sua opera a debellare in maniera definitiva. Carter dà l'impressione, coerentemente con gli impegni assunti durante gli anni del suo mandato, di cercare di mantenere le promesse fatte agli americani. Come Jonathan Demme ha dichiarato, Carter conserva la forza quasi ingenua di una purezza che sa conquistarti e convincerti che il dialogo sia ancora possibile senza l'impiego della forza. E ciò nonostante le storture e le ingiustizie sempre più terribili del mondo in cui viviamo.