Luca, musicista italiano che vive a Praga, è tormentato dal dubbio: la sua fidanzata Klara, laureanda in storia dell'arte, ha una relazione con il tutor Pavel? Deciso a scoprire la verità, Luca si rivolge all'investigatore privato Denis per far pedinare la ragazza: fino a Venezia.
E' Il caso dell'infedele Klara, tratto dal romanzo di Michal Viewegh e diretto da Roberto Faenza, al secondo adattamento consecutivo dopo I Viceré. Se con De Roberto il materiale di partenza era ottimo e l'esito mediocre, qui non potendo contare su premesse all'altezza il Caso si fa clinico: Claudio Santamaria (Luca) è talmente (e)straniato da far pensare - così non è - che sia pure doppiato e Laura Chiatti (Klara) annaspa ancor prima di arrivare sul Canal Grande. E Faenza? Mira in alto (il Buñuel di El) e cade in basso, confezionando un bigino sui mille mostri dagli occhi verdi a uso e consumo di un pubblico che palpiterà solo per le scene di nudo, invero caste, dei due protagonisti. Per il resto, qualche scorcio da cartolina ceca, dialoghi nonsense, reazioni da TSO (trattamento sanitario obbligatorio) e la triste realtà di tanto cinema italiano: passato dal tallonamento di Zavattini al pedinamento della Chiatti.