L'ultima poesia di Pawel Pawlikowski: il regista polacco, che aveva già dimostrato una spiccata sensibilità cinematografica in My Summer of Love (2004), realizza con Ida una delle opere più toccanti viste sul grande schermo negli ultimi tempi.

Ambientato nella Polonia degli anni '60, il film ha per protagonista la giovane Ida, orfana della seconda guerra mondiale cresciuta in un convento di suore. Prima di prendere i voti viene mandata a conoscere sua zia, con la quale viaggerà a ritroso nel proprio passato e in quello dei suoi genitori.

Vincitore del premio della critica all'ultimo Festival di Toronto, Ida era uno dei titoli più attesi del Torino Film Festival 2013 e le aspettative sono state pienamente ripagate.

Presentato nella sezione Festa Mobile, il film racconta (in soli 80 minuti) un intenso percorso di formazione diviso nettamente in due parti: l'educazione monastica e quella sentimentale, l'istituto e il mondo esterno, il passato e il (possibile) futuro.

La ricerca di Ida delle sue origini diventa un'esplorazione della storia recente della Polonia, dal momento più difficile (la guerra) ai tentativi di provare a costruirsi una nuova identità.

Splendida la fotografia in bianco e nero del semi-esordiente Lukasz Zal e le scelte, particolarmente colte, di una colonna sonora segnata da diversi motivi classici: l'unione crea una messinscena di rara eleganza che, già di per sé, riesce a emozionare e a commuovere.

Una menzione va anche alla protagonista Agata Trzebuchowska, alla sua prima prova per il grande schermo, capace di dare un ulteriore valore aggiunto a un film impeccabile e di cui sentiremo parlare ancora a lungo.