Il quadro si anima, il quadro vive. Lech Majewski, nome importante della video arte, racconta I colori della Passione entrando in un epico capolavoro della pittura fiamminga, La salita al Calvario di Pieter Bruegel il Vecchio (1564, oggi a Vienna), che ambienta il sacrificio di Gesù nelle Fiandre del XVI secolo. Le figure, centinaia, che popolano il famoso dipinto, svelano il motivo artistico e teologico per il quale il pittore li ha fissati su quella tela, disposti a corona attorno al suo punto di ancoraggio: Gesù chino a terra che porta la croce. Tutti, compresa Maria interpretata da Charlotte Rampling, si muovono quasi cercando il posto che Bruegel ha deciso di assegnare loro: sono contadini, bambini, donne, viandanti, musicanti, nobili e soldati, che prima vivono la loro quotidiana esistenza e poi si fermano, catturati in quell'attimo in cui matita e colore li rendono immortali. Sono storie di povertà, di tradimento, di sacrificio, di potere, un brulichio silenzioso di personaggi anonimi che Majewski vivifica con inimmaginabile ricchezza cromatica. "La mia ispirazione principale viene dalla pittura e dal cinema italiani - confessa - e il mio pittore di riferimento, quello che mi ha portato al mondo del cinema, è il Giorgione, quando ho scoperto le particolari assonanze spirituali e estetiche tra la sua Tempesta e Blow-Up di Antonioni. Per Bruegel ho anche pensato molto al mondo di Fellini, alle sue figure di diseredati.
I silenzi sono molti, le atmosfere antiche, i simboli più o meno scoperti, che si rifanno alla lettura fondamentale del saggio di Michael F. Gibson Il mulino e la croce. Majewski sfrutta i prodigi della computer grafica dando vita a un enorme arazzo digitale sul quale Bruegel, interpretato da Rutger Hauer, come un compositore fa con le note sullo spartito, dipinge i suoi personaggi, che non sono lì come se posassero per l'osservatore esterno, ma hanno una vita propria alla quale ti invitano, per farti partecipare alla loro sofferenza, ai loro sentimenti. Quaggiù tutti sono distratti dalle cose del mondo e Gesù passa quasi inosservato, è il Dio nascosto; lassù il mulino, costruito su altissima roccia, ha la forma di una cattedrale: "E' l'asse - dice Bruegel nel film - attorno a cui tutte le persone ruotano tra la vita e la morte. Da lassù Dio guarda: è il Grande Mugnaio del Cielo che macina il pane della vita e del destino". Oltre i simboli cristiani, il film affronta con eleganza e mistero la questione di Dio e dell'uomo.