"Non vengo a scuola. Sento che accadrà qualcosa di brutto".

Holly è un'adolescente come tante, vive la scuola con disagio, la mettono da parte, la considerano una "strega", ha un solo amico che, guarda caso, è il più strambo tra i coetanei.

Ecco, quel giorno Holly decide di non andare a scuola. E la scuola va a fuoco, ne muoiono una decina.

Potrebbe sembrare l'incipit di una sorta di (ennesimo) remake di Carrie - Lo sguardo di Satana. E invece è - nomen omen - Holly, il quinto lungometraggio della regista belga Fien Troch (nel 2016 premiata in Orizzonti per la regia di Home), in gara a Venezia 80 e prossimamente nelle sale con Minerva Pictures.

Flirtando continuamente con l'horror senza mai davvero finire per accoppiarcisi, Holly parte da una domanda che si è posta la stessa regista: "Come reagisce una comunità dopo aver subito un forte trauma?".

Da figura trasparente, fantasma fluttuante, Holly (Cathalina Geeraerts) si ritrova al centro delle attenzioni: una delle insegnanti, Anna (Greet Verstraete), percepisce che quella premonizione nasconde qualcosa di più, e chiede alla ragazza di far parte del gruppo di volontari chiamati a dare supporto alle famiglie degli studenti morti nell'incendio.

La sola presenza di Holly trasmette tranquillità, calore e speranza. Presto però tutti vogliono incontrarla e sentire l’energia catartica che emana da lei, chiedendo alla ragazza sempre di più.

Le premesse sono buone, lo sviluppo tradisce il gusto di un'attesa che non finisce mai per concretizzarsi in qualcosa di "sentito": da emarginata a superstar, Holly sperimenta anche il gusto della ricompensa (in denaro) per questo suo dono incomprensibile, noi nel frattempo attendiamo che qualcosa - come ben profetizzato dalle musiche, splendide, di Johnny Jewel (tra i collaboratori musicali del cinema di Refn), che rimandano in qualche modo ad atmosfere sonore carpenteriane - incominci a prendere forma, a deragliare. Ma sarà un attendere pressoché vano, tutto il film continua a girare sull'ambiguità di partenza - comprese le digressioni sul personaggio di Anna, donna votata al prossimo ma frustrata perché non riesce a rimanere incinta -, sul mistero incarnato da questa ragazza normalissima, che da "strega" si ritrova ad essere considerata Hol(l)y, "santa".

Fino a quando qualcuno non la spoglierà dei frutti (materiali) di questo dono. E attraverso la forma più pura dell'amore - l'amicizia - questo potere passerà di mano. Con i Frankie Goes to Hollywood in sottofondo: The Power of Love. Un po' loffio.