PHOTO
Rifare un film come Anatomia di un rapimento (High and Low, 1963) di Akira Kurosawa è impresa da fare tremare i polsi, per tutti o quasi.
Ma Spike Lee, che dirige il fedele Denzel Washington (Palma d'Onore a sorpresa), per la quinta volta, non è tutti: la sua versione non è mero remake, ma a New York trova linfa vitale per dire dei rischi della cultura e dello spettacolo, al soldo delle logiche commerciali, degli affari.
"Oh, What a Beautiful Mornin'", così s'apre Highest 2 Lowest, ed ecco il mogul dell'hip-hop David King (Denzel Washington) al settimo cielo, letterale: dall'attico dell'Olympia Dumbo di Brooklyn, è pronto ad acquisire la maggioranza della Stackin' Hits, l'etichetta discografica da lui co-fondata più di vent'anni prima.
A corroborarne la fortuna, la famiglia: la moglie Pam (Ilfenesh Hadera) e il figlio adolescente Trey (Aubrey Joseph), che peraltro ha orecchio per i nuovi talenti.
Mentre si dice pronto a ipotecare le due case per perfezionare l'acquisizione, Mr. King riceve una telefonata: qualcuno asserisce di aver rapito Trey.
Non finisce qui: come in Kurosawa (libero adattamento del romanzo King's Ransom di Ed McBain), assistiamo a un errore di calcolo del rapitore che chiama in causa anche Paul (Jeffrey Wright), il più caro e vecchio amico di David. Lo sceneggiatore Alan Fox rafforza il legame tra i due uomini, sottolineando al contempo la differenza di trattamento che gli agenti di polizia riservano loro.
David deve decidere se pagare il riscatto: 17,5 milioni di dollari in franchi svizzeri. Mentre i tre detective della polizia di New York (Dean Winters, LaChanze e John Douglas Thompson) promettono di recuperare il denaro, la scelta di David assume risvolti morali.
La risoluzione contempla metropolitana, inseguimento e movimentata parata del Puertorican Day nel South Bronx, con performance del pianista Eddie Palmieri: Spike Lee ci mette davvero del suo, fino ad allontanarsi con compiuta originalità da Kurosawa nel confronto tra Washington e ASAP Rocky, anche a colpi di freestyle, su cui non indugiamo.
Impreziosito dalla collezione d'arte dello stesso Lee, dal passo a due di Washington e Wright, dalla newyorkitudine alimentata e celebrata in ogni inquadratura dal regista, Highest 2 Lowest è un thriller dal cuore aperto, skyline esibito, voltaggio etico and the beat goes one: nulla di cui esaltarsi, ma c'è mestiere e fiducia. Nell'arte e nell'uomo.