Dopo innumerevoli sequel, dal '78 ad oggi, del capolavoro firmato John Carpenter, ecco Halloween: The Beginning, sorta di prequel/remake diretto dal "cafone" dell'horror Rob Zombie, musicista metal già regista dei non trascurabili La casa dei 1000 corpi e La casa del diavolo. La notte di Halloween. Michael Myers, dieci anni, uccide la sorella maggiore, il suo fidanzato e l'odiato patrigno. Dal massacro si salvano solo la madre (Sheri Moon Zombie, moglie del regista e sempre presente nei suoi film), che poco dopo si toglie la vita, e la neonata sorellina. Rinchiuso in un manicomio criminale, Myers - seguito dal dottor Loomis (McDowell) - resta quindici anni in totale silenzio per poi evadere e fare ritorno ad Hiddenfield, nell'Illinois, dove tutto ebbe inizio. Ritrovare la sorellina di allora - adesso babysitter teenager - sarà la sua unica ossessione. Preambolo da non sottovalutare - con un'ampia panoramica sulla figura del Myers bambino introdotto in un contesto ambientale e familiare disagiato e degenerato che il prototipo non prevedeva - ma sviluppo non proprio all'altezza delle aspettative, il film di Rob Zombie - che con qualche dettaglio (la maglietta dei KISS indossata dal ragazzino prima della strage) sposta di qualche anno in avanti il contesto temporale originario, 1963-1978 - non prende nemmeno in considerazione l'ipotesi di soggettive e snervanti "cali" di tensione che resero celebre l'originale, ma mantiene per fortuna inalterato il main theme sonoro che, come abitudine, compose lo stesso Carpenter. Tutto sommato felice, poi, la scelta di affidare all'ex Arancia meccanica Malcolm McDowell il ruolo che fu di Donald Pleasence e quasi completa adesione sintattico/narrativa per la seconda parte del racconto, con identica riproposizione della scena in cui viene ucciso il compagno di una delle amiche della vittima designata. Il vero segno "distintivo" - nella rilettura sintetica e "apocrifa" (?), considerando che solamente nelle locandine promozionali italiane compare la dicitura "John Carpenter presenta"... - rimane comunque quello di svelare sin da subito le origini di quella che nell'intera saga diventava la figura centrale del racconto, Laurie Strode (in quattro capitoli interpretata da Jamie Lee Curtis, qui da Scout Taylor-Compton), sorellina del killer adottata in seguito alla strage iniziale e tenuta all'oscuro della sua reale identità, espediente narrativo utilizzato solamente dal 1981 con Il signore della morte, secondo episodio della (quasi) infinita saga sul killer della "notte delle streghe". Ma già da allora, Carpenter si era allontanato dal suo "piccolo" prodigio, lasciando più o meno carta bianca ad una serie di registi che, nel corso degli anni, si sono poi trovati a "massacrare" il suo gioiello, provando ad emularne i fasti.