Mandata in soffitta tra tante polemiche – Christian De Sica e Neri Parenti – la logora formula del cinepanettone, la Filmauro ritorna a conciarsi per le Feste con Colpi di fulmine per la regia di Neri Parenti: un'idea in comune – l'amore a prima vista – e due capitoli separati in casa. Vedremo la sortita al box office, ma la concorrenza è quanto mai agguerrita: Lo Hobbit di Peter Jackson, Tutto tutto niente niente con Antonio Albanese uno e trino e, soprattutto, I 2 soliti idioti.
L'anno è di transizione, nel 2013 arriveranno Luca e Paolo, ma il “non cinepanettone” – per alcuni, data la presenza del Papa, tanti cardinali e preti, il “cattopanettone” – 2012 offre già una coppia comica di gusto e sostanza, Lillo & Greg. Se dovessero rimanere – hanno un'opzione – il rischio prossimo futuro per la creatura di Aurelio De Laurentiis è di un comico sovraffollamento. Vedremo: il risultato commerciale di questo film ha più di una voce in capitolo.
Comunque, ecco i due vasi non comunicanti. Nel primo, all'insegna del romance, per fuggire dalle grinfie di Equitalia lo psichiatra romano Christian De Sica molla clinica e pazienti e prende il primo treno. Destinazione Trentino, dove sfrutta uno scambio di identità e si ritrova curato di montagna: coadiuvato dalla perpetua Arisa e dal chierichetto Simone Barbato, si rende protagonista di liturgie 2.0 e conquista i parrocchiani. Soprattutto, incontra il maresciallo dei carabinieri Luisa Ranieri: è amore a prima vista.
Secondo capitolo, e il colpo di fulmine tocca a Greg, azzimato ambasciatore italiano presso la Santa Sede. “Incredibilmente”, il diplomatico perde il lume della ragione per la pescivendola romana de Roma Anna Foglietta, occhio fresco e piglio verace: per conquistarla, sfrutta i consigli del proprio autista (Lillo) e decide di trasformarsi in un super coatto. Ce la farà?
Domanda scontata, ma grazie alle intrusioni e improvvisazioni di Lillo & Greg sul canovaccio di Parenti, Domenico Saverni, Alessandro Bencivenni e Volfango De Biasi l'episodio trova nelle traduzioni dalla lingua italiana a quella coatta il suo ilare ubi consistam, con una comicità di situazione non banale, nonostante – non la Foglietta, che è brava – intorno al duo piovano battute tristissime, del tipo “fatte in là se no ‘sti finocchi (gli ortaggi, NdR) diventano eterosessuali”… Insomma, Lillo & Greg fanno del loro meglio per adattarsi lo script, e un po' si respira, ovvero, si ride.
Viceversa, il primo episodio è una valle di lacrime, ossia, risate abortite: il re dei cinepanettoni Christian De Sica si sente messo all'angolo, “lasciato solo e senza una spalla”, e agisce di conseguenza, rincarando la dose di ogni battuta, ogni mossetta e finendo dalle parti dell'auto-caricatura. Senza infamia né lode la Ranieri, meramente accessorio il mimo Barbato, Arisa è il vero punto interrogativo: cui prodest la sua perpetua? Boh! Non bastasse, il copione è trito che più trito non si può, le battute  piovono a vuoto, l'atmosfera è uggiosa, tanto che quando parte in chiesa “When the Saints Go Marching In” pare un funerale. Poi arrivano Lillo & Greg… meno male.