Ibernato alla fine della seconda guerra mondiale e scongelato 70 anni dopo, Capitan America Steve Rogers (Chris Evans) vive oggi a Washinghton cercando di adattarsi ai ritmi, ai valori e alle tecnologie del nostro tempo. Il che, capirete, non è facile e crea un paio di situazioni da commedia. Da una di queste prende il via The Winter Soldier, ennesimo film targato Marvel e secondo dedicato al più smaccato patriota del fumetto (dopo The First Avenger, 2011).
Nella storia scritta da Christopher Markus e Stephen Mc-Feely, Steve è ancora al servizio dello S.H.I.E.L.D, l'organizzazione di spionaggio internazionale capeggiata da Nick Fury (Samuel L. Jackson), nella quale lavora anche l'affascinante e temutissima Natasha Romanoff, la “Vedova Nera” Scarlett Johansson. Tra i due c'è collaborazione, ma guai a parlare di fiducia. Sono pochi ormai gli amici sui quali Rogers può contare e molti di loro non sono più tra noi (alla Romanoff che gli chiede: “Hai da fare sabato sera?”, lui compassato risponde: “Beh, considerato che tutti quelli del quartiere sono morti, direi di no. Non ho nulla da fare”). Tuttavia, in una vita costantemente esposta al pericolo come la sua, fidarsi di qualcuno diventa vitale. La Romanoff non sarà il massimo dell'affidabilità, ma si rivelerà un'alleata preziosa (e forse qualcosa di più), mentre con il veterano Sam Wilson (Anthony Mackie) - un altro con doppia identità: è Falcon, il supereroe capace di volare grazie a due ali di metallo - può intendersi sul concetto di onore, fedeltà alla patria e giustizia, tutti valori che nella società contemporanea sembrano sorpassati.
Capitan America viene richiamato in servizio quando una serie di attentati terroristici minacciano il pianeta. Lui e Natasha Romanoff scoprono che dietro si cela una misteriosa organizzazione criminale che si serve a sua volta di un supersoldato, The Winter Soldier, di cui Rogers una volta è stato amico.
Costato la bellezza di 170 milioni di dollari e diretto da Anthony e Joe Russo, registi che si cimentano per la prima volta con un blockbuster tratto dall'universo dei fumetti, il nuovo Captain America –a cui seguirà un terzo, già in lavorazione – mantiene quel che promette: una massiccia dose di adrenalina, azioni spericolate, battaglie letali e complesse coreografie. In scia con altri prodotti del genere, il film è un giocattolone frenetico e chiassoso ma parco nell'uso di effetti speciali. Sembra che i Russo abbiano limitato al massimo il ricorso al digitale e che gli attori si siano lamentati non poco per il logorio fisico durante le riprese.
Basato su un celebre fumetto del 2005 scritto da Ed Brubaker (che appare in un cameo, come fa ovviamente Stan Lee), The Winter Soldier si posiziona sul versante più adulto del filone – quello per intenderci alla Spider-Man di Raimi – privilegiando la definizione dei caratteri e garantendo l'equilibrio narrativo tra momenti riflessivi e sequenze pirotecniche. L'eterno bravo ragazzo dovrà stavolta orientarsi in un mondo la cui bussola morale sembra impazzita. I dilemmi che lo tormentano e che il film rilancia per ogni spettatore sono molteplici, acquattati dietro una sottilissima linea etica di confine: davvero il fine giustifica i mezzi? E quella bandiera che difendo, è realmente faro dell'umanità? E poi, quanta privacy e quante libertà civili siamo disposti a compromettere nel nome della sicurezza?
Interrogativi che rimpallano sul presente (giustizie preventive, misure liberticide, cyber-guerre ed NSA) innervati in una messa in scena vertiginosa (panoramiche, dolly, carrelli, piani strettissimi e montaggio ottico-sonoro pulsante), contrappuntati da edifici a vetri, slanciati e maestosi (grattacieli di trasparente opacità), amplificati dall'ambiguità che caratterizza i personaggi di contorno. Della Romanoff abbiamo già parlato, ma che dire di Nick Fury, l'infido capo dello S.HI.E.L.D?
E' uno scenario da doppiogiochisti, bugiardi, infiltrati e finti amici, che ricorda complotti e paranoia del thriller politico anni '70, roba da I tre giorni del Condor. Non è un caso se in Captain America: The Winter Soldier ci troviamo anche Robert Redford, vecchio e spassoso maestro di intrighi. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.