New York criminale. Per vendicare lo stupro e l'assassinio della sorella della fidanzata, il poliziotto Billy Taggart (Mark Wahlberg) si è improvvisato giustiziere della notte o giù di lì. Finito sul banco degli imputati, è stato prosciolto, ma ha dovuto consegnare pistola e distintivo: carriera finita. Ora fa il detective privato nella Grande Mela, ha un'assistente di carattere, una fidanzata – sì, al stessa - neo-attrice e più di qualche problema ad arrivare a fine mese. La svolta la serve il sindaco (Russell Crowe), che già l'aveva salutato “eroe” al congedo dalla polizia: ha 50mila dollari da offrirgli per indagare sulla moglie (Catherine Zeta-Jones), sospettata di infedeltà. Mentre la campagna elettorale newyorkese non risparmia alcun colpo, Billy accetta il mandato e indaga, ma a galla non viene un tradimento coniugale, bensì un macroscopico conflitto d'interessi nonché pericolose connivenze tra affari e politica…
Diretto con mano ferma ma senza palpiti da Allen Hughes, il crime thriller Broken City ha un'esibita, canaglia nostalgia per i suoi antenati degli anni '70, il problema è che ambientato oggi e il “modernariato” non piace a tutti. Nessuna ironia, nessun sotterfugio meta-cinematografico, nessuna rievocazione postmoderna, Hughes e accoliti si prendono sul serio, non guardano l'orologio – né i giornali, figuriamoci il web... – e si buttano a capofitto nel rendere quotidiano  quel che succedeva ieri o l'altro ieri: politica, corruzione e collusione 2.0 non ci sono, qui stiamo ancora agli scatoloni e ai contratti nel taschino della giacca. Sì, tutto è piccino, anche il famoso zampino, e la Grande Mela sembra una meletta da smezzare tra amici di merende . Problema, se i corpi del reato sono questi, Broken City dovrebbe fare un'esplicita professione di fede, oltre che nella redenzione di Billy, nella vita dopo la morte o, almeno, nella riesumazione. Ebbene no, e tra le tante incongruenze e falle di sceneggiatura, bisogna accontentarsi delle buone prove di Crowe e la Zeta-Jones, nonché dell'uomo comune incastrato in qualcosa più grande di lui Mark Wahlberg, che continua  a usare la testa nei suoi prediletti action-thriller. E di più non dimandare…