Ventun anni dopo lo straordinario successo del primo episodio della serie culto di HBO le nostre eroine di Sex and the City sono tornate, con un sequel arrivato alla terza stagione. Molto è cambiato, ma non Carrie (Sara Jessica Parker) che sembra sempre più matura e vitale allo stesso tempo. La scomparsa di Big (Chris Noth), è stato il colpo perfetto per ridare linfa alle ex trentenni di Sex and the City, la serie creata da Darren Starr nel 1998. Carrie, Miranda, e Charlotte (Samantha non c’è, nella finzione vive a Londra) sono invecchiate, dimagrite, sbiadite. Per ricordarci che il tempo passa per tutti, anche per loro.

Almeno all’inizio. Stagione dopo stagione, affrontano il mondo con garbo e allegria, che si tratti di amore, altre amicizie, morte o gender fluid. And Just Like That (disponibile su Sky serie e in streaming su NOW), scopriamo che le nostre eroine non hanno perso lo smalto originale: Carrie, al posto della trasgressiva rubrica sul sesso, prima sperimenta un podcast poi si concentra su un romanzo di finzione ambientato nel passato. Ha lasciato il vecchio appartamento e ora ne ha uno più lussuoso, con scoiattoli e occasionalmente colonie di topi.

Miranda (Cynthia Nixon), ha lasciato Steve, ha incontrato Che (Sara Ramirez), e ora forse la persona giusta: è rinata insieme al colore dei suoi capelli.

La mite Charlotte (Kristin Davis) risolve egregiamente i problemi delle figlie ma non basta, un colpo basso la attende nelle pieghe della vita. Forza e mento in su, riuscirà a superarlo? Carrie ha ritrovato Aidan (Jonh Corbett) quando meno lo aspettava, poi hanno dovuto riallontanarsi risolvere questioni di famiglia.

Cinque anni sono tanti ma non per la nuova, vibrante, Carrie.