L'altra faccia del padrino

ITALIA 1973
L'imitatore e cantante Nick Buglione, fidanzato con Angelica Magliulo - figlioccia del "padrino" don Vito Monreale - è testimone involontario dell'uccisione di alcuni mafiosi. Ignorando che a ordinare la loro morte è stato proprio il "padrino", si rivolge incautamente a lui per chiedergli protezione. Soprassedendo all'idea di ucciderlo, don Vito - che ha già subito un centinaio di attentati da parte della cosca rivale di Salvozzo - decide di sfruttare la sua bravura di imitatore per impiegarlo come propria controfigura. Nonostante questa precauzione, un killer di Salvozzo riesce finalmente ad assassinare Don Vito. Consigliato dal futuro suocero, Nick decide di approfittare della situazione: creato un falso testamento, con quale il defunto "padrino" lo nomina suo successore, eredita il suo vasto impero criminale; si sbaracca dalla cosca di Salvozzo e sposa finalmente Angelica.
SCHEDA FILM

Regia: Franco Prosperi

Attori: Alighiero Noschese - Nick Buglione/Don Vito Monreale, Minnie Minoprio - Bonnie, Raymond Bussières - Don Gennaro Magliulo, Lino Banfi - Rocky Canosa, Fausto Tozzi - Tony Malonzo, Elena Fiore - Moglie di Vito Monreale, Stefano Satta Flores - Jimmy Salvozzo, Guido Leontini - Tom Lager, Mario Pilar - Tartaglioni, Romano Puppo - Scagnozzo di Don Vito, Haydée Politoff - Angelica Magliulo, Lenny Montana, Ornella Muti

Soggetto: Bruno Corbucci, Mario Amendola

Sceneggiatura: Bruno Corbucci, Mario Amendola, Roberto Gianviti, Franco Prosperi

Fotografia: Gábor Pogány

Musiche: Bruno Canfora

Montaggio: Alberto Gallitti

Scenografia: Dario Micheli

Arredamento: Dario Micheli

Costumi: Luciana Marinucci, Enrico Fiorentini

Effetti: Eros Bacciucchi

Durata: 100

Colore: C

Genere: COMICO

Specifiche tecniche: TECHNICOLOR, TECHNOSPES

Produzione: DINO DE LAURENTIIS INTER. MACO (ROMA), COLUMBIA SA (PARIGI)

Distribuzione: TITANUS - DOMOVIDEO, RICORDI VIDEO, BMG VIDEO

CRITICA
"Il film, che per sommi capi si richiama al celebre 'Il padrino', vorrebbe esserne la parodia. Per la banalità dei dialoghi, la povertà delle trovate, la mancanza di umorismo, però, questa resta affidata unicamente alle doti di imitatore del protagonista, spesso, peraltro, impiegate a sproposito. Nel tentativo di far ridere, gli autori del film non si sono peritati di ricorrere a mezzi dozzinali, come il turpiloquio e una versione caricaturale di una cerimonia religiosa." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 75, 1975).