Mio Dio, come sono caduta in basso!

ITALIA 1974
La marchesina Eugenia di Maqueda, allevata dalle suore, orfana di madre e separata fin dall'infanzia dal padre donnaiolo che vive a Parigi, sposa Raimondo Corrao. Proprio quando la coppia sta per consumare il matrimonio, Eugenia riceve una lettera del padre che le rivela che anche Raimondo è suo figlio. I due decidono di vivere insieme e comportarsi da fratello e sorella. Dopo il viaggio di nozze a Parigi, Eugenia e Raimondo tornano in Sicilia. Qui, mentre Raimondo si dedica alle letture dannunziane e parte per servire la patria nelle guerre libiche, Eugenia si dà alle opere pie. Ma le pulsioni erotiche della marchesa, accentuate dalle letture di moderni romanzi d'amore, trovano sfogo nell'autista toscano Silvano Pennacchini. Rimasta vedova a causa della guerra mondiale, Eugenia ritrova Silvano e rimane tra le sua braccia plebee.
SCHEDA FILM

Regia: Luigi Comencini

Attori: Laura Antonelli - Eugenia Di Maqueda, Alberto Lionello - Raimondo Corrao, marchese Di Maqueda, Michele Placido - Silvano Pennacchini, l'autista, Jean Rochefort - Barone Henri De Sarcey, Ugo Pagliai - Ruggero Di Maqueda, Rosemarie Dexter - Florida, madre di Eugenia, Karin Schubert - Evelyn, Michele Abruzzo - Don Pacifico

Soggetto: Ivo Perilli, Luigi Comencini

Sceneggiatura: Luigi Comencini, Ivo Perilli

Fotografia: Tonino Delli Colli

Musiche: Fiorenzo Carpi

Montaggio: Nino Baragli

Scenografia: Dante Ferretti

Arredamento: Osvaldo Desideri

Costumi: Dante Ferretti

Altri titoli:

How Long Can You Fall?

Till Marriage Do Us Part

Mon Dieu, comment suis-je tombée si bas?

Durata: 110

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: PANORAMICA TECHNICOLOR

Produzione: PIO ANGELETTI E ADRIANO DE MICHELI PER DEAN FILM

Distribuzione: TITANUS - PANARECORD

CRITICA
"Non privo di idee e di intellettualistico rigurgito di motivi, questo film alla retorica dannunziana dei dialoghi unisce una accurata ambientazione liberty e dei personaggi da 'feuilleton', con l'intento di satireggiare tutta una concezione di vita propria della provincia dei decenni della 'Belle époque'. La contrapposizione tra D'Annunzio e del Da Verona alla natura sicula (ambiente e persone), è l'elemento più succoso di questa ardita operazione." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 78, 1975)