L'italiano promettente, quello controverso, e musica per tutte le generazioni. Ovvero il weekend al cinema che ci aspetta. Partiamo da La doppia ora, debutto nel lungometraggio di Giuseppe Capotondi, con la Coppa Volpi Ksenia Rappoport e il tenebroso "bonazzo" (aggettivo suo) Filippo Timi. Mistery e love story, noir e melò, per un'operazione di genere trasversale immersa nell'algido grigiore torinese. Qualcuno l'ha definito un film che bluffa ma non bara. Per noi un esordio che promette tanto ma in cui non tutto torna. Decisivo il metro del pubblico. Chiamato a misurare anche le ambizioni del Barbarossa di Renzo Martinelli, sulle gesta del cavaliere Alberto Da Giussano, padano ante-litteram che scagliò la sua ira funesta contro l'invasore di Milano Barbarossa. Combattimenti furenti, musica assordante, e un polverone mediatico che l'ha buttata in politica, tra verdi (non gli ecologisti ma quelli della Lega) e non. Con Raz Degan, Kasia Smutniak e la pentita Cecile Cassel (figlia di Vincent) che ha abiurato il film. Chi non abiura è invece Ang Lee, nostalgico in musica con Motel Woodstock, una retrospettiva divertente e formato famiglia del leggendario concerto del '68. Ispirato al romanzo autobiografico di Elliot Tiber, è la storia di un giovane gestore d'albergo che, senza volerlo, si ritrova coinvolto nell'organizzazione del più importante festival rock della storia. Ed è un deja-vu a uso e consumo delle nuove generazione anche Fame-Saranno famosi, remake del film cult di Alan Parker, incentrato sempre su una sfavillante scuola di ballo dove ragazzi e regazze inseguono il sogno del successo senza passare per i salotti televisivi di Maria De Filippi. Brividi e leggerezza nel bizzarro Ricky - Una storia d'amore e libertà di François Ozon, che racconta la straordinaria avventura di un bambino con le ali. Solo leggerezza nella commedia festiva Le mie grosse grasse vacanze greche di Donald Petrie, dove una guida dovrà vedersela con la propria nemesi: turisti interessati ai souvenir più che alle bellezze del posto.