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Quando tutto ti sorprende
E nulla ti appartiene ancora
L’esordio, il momento dell’inizio, è lì soprattutto che Lecco Film Fest sceglie di stare accanto a registi e registe, attrici e attori, creando occasioni di formazione, di visibilità, di confronto, di scoperta.
Lo fa con un percorso di mentoring dedicato a registi esordienti provenienti da tutta Italia; organizzando il primo seminario di critica cinematografica che ribalta le regole: una nuova generazione di giornalisti e critici sul palco a parlare, gli over 35 in platea, per ascoltare e comprendere queste nuove voci, nuovi linguaggi, nuove direzioni.
Lo fa assegnando da tre anni il Premio Lucia, un riconoscimento a una regista esordiente. Lo fa inserendo in staff e affidando responsabilità di comunicazione e organizzazione a studenti delle scuole superiori, che ancora neanche si sono affacciati al mondo del lavoro.
C’è fiducia, a esserci nell’esordio: sono carriere che potrebbero andare ovunque, contorcersi e perdersi, o fiorire, crescere, raccontare storie e contribuire a costruire memoria. E così, con questo apparente paradosso, partiamo da chi comincia per parlare della capacità del cinema di fare memoria, la capacità di prendere storie individuali e farne materia viva e vissuta, patrimonio condiviso, ricordo che diventa, appunto memoria.
D’altra parte, come delinea il bel manifesto del festival – realizzato anche quest’anno da Velasco Vitali – con questa donna che va in una direzione ma guarda indietro, che forse va a versare e forse ad attingere, la memoria è qualcosa che ha a che fare con lo scambio, che pertiene al contributo individuale che nutre un bacino collettivo, dal quale reciprocamente attingere e portare con sé. Vive di dialogo fra le generazioni, la memoria, e più è intenso questo dialogo – con le incomprensioni, gli scontri, il combattimento che c’è nel dialogo – più si amplia il bacino condiviso.
Il tema scelto per questa VI edizione del festival non è una affermazione, ma porta con sé una e tante domande, che condividiamo con ospiti e spettatori, e che chiama ad una ulteriore riflessione sul ruolo evocativo dell’arte, ovvero la capacità di richiamare alla mente e celebrare, con differenti linguaggi, personaggi, storie, avventure, territori attraverso tempi attuali, che sono complessi davvero.
Cosa significa oggi raccontare la complessità? E cosa distingue l’arte (cinematografica, ma non solo, in continuità con la tradizione del festival di far dialogare diversi linguaggi) dal racconto di cronaca? Quali film, autori, quali attori conosceremo e riconosceremo ancora fra molti anni (come adesso riconosciamo, nella nostra memoria collettiva e individuale, i grandi protagonisti del passato), capaci di segnare, se non un’epoca, un passaggio storico? La capacità di raccontare tempi memorabili, e di costruirli, attraversa tutte le attività del festival, che rendono concrete visioni progettuali e aspetti identitari del Lecco Film Fest fin dalla prima edizione.


Fattore caratterizzante del festival è lo spazio per il talento femminile: con una posizione diversa da echi di rivendicazioni senza proposta, al Lecco Film Fest vengono invitate registe, attrici, produttrici, giornaliste, professioniste del cinema e della comunicazione, con un’attenzione particolare a voci fuori dagli schemi, da relazioni replicate e replicanti. Saranno al festival attrici di diverse generazioni e percorsi – Ottavia Piccolo, Federica Luna Vincenti, Giorgia Faraoni, Nicoletta Romanoff, Susy Del Giudice – per uno sguardo plurale del femminile nel cinema italiano oggi.
Lontani dal fare la riserva indiana, al Lecco Film Fest il dialogo è aperto, franco, e trovano ascolto e interesse le voci maschili che sanno raccontare le donne, guardandole con profondità e rispetto: Silvio Soldini con il suo Le assaggiatrici apre una rassegna che vede fra i protagonisti Mario Martone, Andrea Pallaoro, Mattia Colombo, tutti a Lecco a portare non (solo) l’ultimo film, ma a riprendere lavori del passato, per vedere come hanno costruito memoria.
Tutte e tutti loro presenteranno film, dialogheranno con i giornalisti di Cinematografo, incontreranno il pubblico perché questa è la cifra del Lecco Film Fest, una iniziativa costruita insieme, un momento per ritrovarsi, animare spazi pubblici e dialogare. Un festival il cui spirito trova sintesi nel titolo, che richiama la funzione del cinema di racconto storico ma anche sognante, evocativo appunto, e sottolinea, con la declinazione plurale, le comunità che vi si ritrovano: quella del cinema che ruota intorno alla Fondazione Ente dello Spettacolo, quella della città di Lecco, quella dei tanti appassionati di film, libri e spettacoli, che cercano nuove storie da ricordare. E insieme si va, come ad una festa appunto, stando insieme, per vivere e raccontare tempi memorabili.
*Angela D’Arrigo è curatrice del Lecco Film Fest.