"M'interessava mettere in evidenza l'ambiguità del miracolo. Nel mio film, accade qualcosa di miracoloso, che poi diventa abbastanza banale. Allora ci si rende conto che questo "miracolo" non racchiude necessariamente una morale o un senso, ma forse è soltanto un caso". Parola della 36enne regista austriaca Jessica Hausner, che dall'11 febbraio porta in sala con Cinecittà Luce il suo acclamato Lourdes, reduce dal premio Signis e dalla Navicella della Rivista del Cinematografo all'ultima Mostra di Venezia.
Interpretato da una magnifica Sylvie Testud, un piccolo grande film sul miracolo, mosso dalla volontà esplicita, ma mai enfatica diinterrogarsi e interrogarci su destino e salvazione. Sorretto da intenzioni documentaristiche, Lourdes, afferma il presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo Dario E. Viganò, "costruisce una seria, appassionata e insieme ponderata riflessione sulla resistenza alla religione praticata per professione e l'abbandono quasi heideggeriano alla speranza agita dalla fede".