In occasione della dodicesima edizione del Sottodiciotto Filmfestival, viene consegnata la Targa Città di Torino a Marco Risi che si dice “felice per questo premio - a differenza di altre onorificenze che a volte ti consegnano - perché unisce due sfere molto importanti per quella che è la mia idea di cinema: i giovani e l'impegno civile”.
L'edizione 2011 del Festival dei ragazzi è infatti dedicata alla legalità, tema presente in molte pellicole del regista, tra le quali Mery per sempre (1989),  Il muro di gomma (1991), Il branco (1994) e Fortàpasc (2009).
La storia di Giancarlo Siani, giovane giornalista ucciso dalla camorra nel 1985, è stata molto apprezzata dalla critica, anche se non ha raggiunto vaste fette di pubblico: "Credo che l'eco di Gomorra di Matteo Garrone abbia tolto al pubblico un po' di voglia di vedere il mio film. Non che si assomiglino per tema o struttura. Il film di Garrone è un capolavoro: un reportage di guerra ricreato con grande arte da uno dei registi più bravi che ci siano oggi in circolazione! Il mio è un buon film, ma è più classico. Certo, sono entrambi film duri e che fanno riflettere”.
Pellicole che parlano di momenti difficili della storia italiana, come quelli che stiamo vivendo in questi giorni: che cosa pensa Risi di aver capito della situazione politica attuale? “Non molto, a dir la verità! Mi informo, ma faccio fatica a capire quale sarà il nostro futuro. Ormai i politici sono dei giullari schiacciati dagli uomini della finanza mondiale. Se prima ne avevamo alcuni che suonavano la mazurca, ora ne abbiamo altri che si cimentano nel valzer. Ma sono comunque tutti musicisti su una nave che sta affondando”.
E il Bel Paese sarà il protagonista del prossimo film di Marco Risi, attualmente in preparazione: “Voglio parlare dei malcostumi italiani (interessi, corruzione, intercettazioni, ricatti…), utilizzando la struttura del thriller, del noir. Un detective - Luca Argentero - indagherà su alcuni casi apparentemente semplici, ma che in realtà nascondono una fitta ragnatela di illegalità”.
Infine, si ritorna così al tema del Sottodiciotto Filmfestival: com'era il Risi adolescente? “Ricordo di aver vissuto con grande liberazione la fine della scuola! Avevo sempre l'ansia del compito non finito e delle interrogazioni a sorpresa, per cui son stato ben felice di concludere il mio ciclo di studi. Ricordo però con affetto alcuni professori: sono loro che fanno la differenza. Se si ha la fortuna di incontrarne di validi, sono in grado di farti capire la bellezza dell'istruzione”.