Un programma importante per un compleanno altrettanto notevole: 50 edizioni di Nuovo Cinema, di esplorazione e scoperta.
Anche quest'anno la selezione ha visto arrivare progetti cinematografici da tutto il pianeta. Il primo a essere presentato è stato Free Range - Ballad on Approving of the World, un ritratto cupo - ma non del tutto privo di speranze - della nuova generazione attraverso la cinepresa del regista estone Veiko Ounpuu.
In Swim Little Fish Swim è affrontato il tema delle responsabilità e della crescita, in quella maniera colorata e allegra (ma solo all'apparenza) che contraddistingue la coppia di registi (americano lui, francese lei) formata da Ruben Amar e Lola Bessis; in maniera meno vivace è invece affrontato il distacco dalla vita da parte di un carismatico poco di buono che si reca per l'ultima volta nella sua casa di gioventù nelle campagne colombiane insieme ai suoi nipoti nel film Tierra en la Lengua di Rubén Mendoza.
Nel film indiano Liar's Dice il regista Geethu Mohandas segue il viaggio della giovane Kamala alla ricerca del marito di cui non ha notizie ormai da diversi mesi, un percorso nell'India dei nostri giorni, nelle sue incongruenze politiche e sociali; più intimo il viaggio che compiono Amalia e il piccolo Christopher in Ruiz, di Matias Rojas Valencia, alla ricerca del padre del piccolo attraverso il paesaggio Cileno, vasto e enigmatico come la loro storia.
In Fall from Heaven del giovane turco Ferit Karahan è analizzata la spaccatura ancora esistente tra la cultura turca e quella curda, e i disordini che ancora oggi provengono dall'incapacità di convivere insieme pacificamente attraverso la storia di Emine, giovane di provenienze curde e lavoratrice in un cantiere edile di Istanbul. Infine, l'italiano Carlo Michele Schirinzi con il suo I resti di Bisanzio rappresenta l'Italia al concorso con una storia di naufraghi in una terra naufragata, personaggi senza nome e senza terra in bilico perenne nelle loro vite vuote come il territorio che li circonda.
La giuria, composta dall'attrice/regista/cantante Maria de Medeiros, dalla scrittrice/sceneggiatrice Francesca Marciano, dal regista Daniele Vicari e dal giornalista Silvio Danese, ha assegnato il premio a Liar's Dice con la seguente motivazione: “Per aver filmato con straordinaria sensibilità umana e artistica una storia apparentemente semplice, comune. Grazie alla accurata messa in scena, che dimostra una sicura padronanza del linguaggio del cinema, e una drammaturgia via via sempre più complessa, riesce a portare lo spettatore a contatto con un universo dolente che sfugge a facili categorie, anche grazie all'ottimo lavoro degli attori. Gli esseri umani in Liar's Dice sono immensamente soli, travolti dalle necessità materiali, spinti continuamente sull'orlo del disastro da una moltitudine di persone indifferenti le une alle altre, se non nemiche. In questo contesto il casuale incontro delle due protagoniste, la giovane madre e la sua bambina, con un uomo a sua volta solo e sbandato, costruisce l'unico appiglio che la vita offre loro. La regista, con un finale spiazzante, suggerisce l'idea che quel destino crudele è comune alla maggior parte dell'umanità, nessuno può sentirsi davvero al riparo: dentro il villaggio innevato e inanimato del finale, potremmo esserci anche noi.”
Il premio Pesaro Giovani, assegnato da una giuria composta da 10 ragazzi sotto i 25 anni provenienti da tutta Italia, è stata vinta da Tierra en la Lengua. Il documentario sugli ospedali psichiatrici e le case famiglia in Russia, Mamma, io ti ucciderò, vince il premio "cinema e diritti umani", quest'anno alla sua ottava edizione, promosso da Amnesty International. Il pubblico delle proiezioni serali in piazza del popolo ha invece decretato vincitore I ponti di Sarajevo, pellicola sul centenario dell'uccisione dell'arciduca Francesco Ferdinando composta da opere di 13 registi di tutto il mondo.