Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per domenica 17 maggio.

 

MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO - Iris (canale 22), ore 21:00

"Sfruttando soprattutto l'eleganza della fotografia di Chris Menges e la potenza melodica della musica di Alexandre Desplat, Molto forte, incredibilmente vicino punta dritto alla sfera emotiva del pubblico. Il gioco è visibilmente scoperto, ma questo non toglie che il risultato finale sia poderoso. Daldry dimostra fin dalle prime scene di poter maneggiare con sicurezza lo script elaborato che lo sceneggiatore Eric Roth gli ha messo a disposizione. [...] Il resto lo fa un gruppo di attori in stato di grazia. [...] Ma il dominatore assoluto di Molto forte, incredibilmente vicino è il "grande vecchio" Max von Sydow, che compone gesto dopo gesto una prova mimica di bellezza stordente. In tutti i momenti in cui quest'attore straordinario rimane in scena la qualità e la potenza drammatica del film si innalzano sensibilmente." (Adriano Ercolani)

 

LE PALUDI DELLA MORTE - Rai 4 (canale 21), ore 21:20

"Il mondo di crudeltà dove ci addentriamo sta nel Texas profondo, con le strade polverose, i campi abbandonati, gli alberi scheletrici e spettrali, le paludi in cui ci si perde. I “killing fields”, dove l'assassino abbandona i cadaveri delle donne uccise. Tanti delitti irrisolti, tutti indicati su una mappa. Due agenti della omicidi sono sulle tracce del serial killer, sadico e mutilatore di corpi. L'indagine sui crimini non spetterebbero ai due, i delitti sono stati commessi fuori dalla loro giurisdizione. [...] Ami Canaan Mann è figlia di Michael Mann (al film partecipa anche la sorella Aran, production designer). Ha girato un primo film, Morning (2001), questo è il secondo, un poliziesco torbido, una discesa agli inferi che sta dentro il genere, ne segue le regole, ne fa, come si deve fare da sempre, un racconto morale ed esistenziale. I detective, Sam Worthington e Jeffrey Dean Morgan, sono tesi, nervosi, smarriti, hanno le facce che ci vogliono per questi ruoli. Jessica Chastain è la collega di un'altra contea che li chiama in aiuto." (Bruno Fornara)

 

BIG EYES - Rai Movie (canale 24), ore 23:05

"Se non avessimo letto il suo nome sui titoli di coda, difficilmente avremmo riconosciuto la mano di Tim Burton in Big Eyes. Opera insolita in una filmografia di atmosfere notturne e stralunate, orfana dei freak, dei Frankenstein e della altre meravigliose creature che l'hanno resa così riconoscibile. Big Eyes è invece storia vera, perfetta ricostruzione d'epoca (anni '50-'60), black comedy in piena luce. Bianca, abbagliante come il riflesso sull'asfalto, come la spuma di un'onda hawaiana, dove infine il film ci porta, dopo aver fatto sosta lunga a San Francisco. E sono forse le Hawaii e San Francisco mete burtoniane? Esiste certo un filo sotterraneo che collega la vicenda esistenziale e artistica di Margaret Keane a quella di Tim Burton, a partire da quei ritratti di bambini dagli occhioni enormi di cui il regista di Sleepy Hollow si appropria con un rispetto del tutto sconosciuto invece al mefistofelico marito della pittrice (un Christoph Waltz esageratamente gigione), autore di una delle più gigantesche frodi mai registrate nella storia dell'arte." (Gianluca Arnone)

 

 

LA 25a ORA - La 7, ore 1:00

"Bellissima suite sull'addio diretta dal regista di Malcolm X, equilibrata e struggente invocazione davanti alle macerie delle Twin Towers di un moralista afroamericano moderno e coraggioso. [...] E' la cronaca delle ultime 24 ore di libertà di un ex spacciatore (Edward Norton nel grande ruolo della sua carriera) che, rientrato a fare una vita normale, è stato tradito da qualcuno. Ora, con sette anni di detenzione in giudicato, ha davanti a sé una consapevole esperienza di sospensione e rivoluzione della sua vita. Niente può essere come prima dopo l'11 settembre. Da vedere." (Silvio Danese, Il Giorno, 19 aprile 2003)

 

RADIO AMERICA - Iris (canale 22), ore 1:35

"Come Moulin Rouge! di Luhrmann è la panoramica fibrillante, attuale, del sincretismo del Novecento Picture Show occidentale, nelle forme della contaminazione, del riciclaggio, del lirismo, Radio America è il romanzo della malinconica sorte dell'umanesimo di quel Picture Show, che cerca, più che un fine, 'il senso della fine', come direbbe il critico inglese Frank Kermode. La fusione dei piani temporali è il motore di quella malinconia. [...] Diretto nell'ombra del giovane Paul Thomas Anderson per mancanza di copertura assicurativa, Radio America è il Nashville dell'allegra morte, emozionante e divertente fino alle lacrime, mozartiano rockblues d'America accolto con applausi calorosi a Berlino dove era in concorso per eccellenza di modestia. E giustamente non è stato premiato per provata dotazione fuoriclasse." (Silvio Danese)