(Cinematografo.it/Adnkronos) - Il mito di Moana rivive in Violante Placido e diventa una miniserie in due puntate che Sky Cinema 1 presenterà ai suoi abbonati martedì 1 e mercoledì 2 dicembre alle 21. La fiction ripercorre la vita della pornostar tra le luci rosse dei set, il perbenismo e le trasgressioni dell'alta borghesia a cavallo tra gli anni '80 e '90.
Protagonista Violante Placido: "Per me è stata una vera e propria sfida. Moana è stata accanto a me per tutto il film", confessa l'attrice presentando la fiction. "Ho sentito su di me una grande responsabilità - prosegue Violante - Moana era una donna complessa e piena di sfaccettature, divisa tra gioia di vivere e tormento interiore".
Moana, quarta produzione originale di Sky Cinema dopo Quo Vadis Baby, Romanzo Criminale e Nel nome del male, racconta la vita di uno spirito libero, immortale, anarchico, una personalità che si può riassumere con una frase della stessa Moana: "Vivi come se dovessi morire domani e pensa come se non dovessi morire mai". La mini-serie vuole entrare nel mistero di un personaggio estremo e contraddittorio e costruire una storia sullo sfondo di un contesto poco esplorato. La fiction scava soprattutto negli aspetti più intimi di Moana, il percorso di una ragazza di provincia, di estrazione borghese, bellissima, intelligente, di buone letture ed educata secondo principi cattolici, che ha fatto una scelta di vita estrema: esibire senza falsi pudori il suo corpo pur mantenendo naturalezza ed eleganza.
Nel cast di Moana, diretto da Alfredo Peyretti, anche Fausto Paravidino (il manager Riccardo Schicchi), Michele Venitucci (il marito della Pozzi Antonio Di Ciesco), Giorgia Wurth (Cicciolina), Elena Bouryka (sorella della Pozzi) e Giuseppe Soleri (Mario/Maddalena, truccatore e amico della Pozzi). 'Il nostro non è né un documentario né un'inchiesta giornalistica - spiega il produttore Polivideo Leonardo Breccia - volevamo raccontare della donna che, spogliandosi di maschere e ipocrisie, ha fatto una scelta impensabile e coraggiosa considerando la sua provenienza". "La famiglia infatti - prosegue Breccia - era molto cattolica, il padre insegnava addirittura catechismo. Moana fa parte del costume dell'Italia, ha inciso nella storia del nostro paese e ne resta uno dei suoi miti". Per quanto riguarda la regia del film, che in un primo momento era stata affidata a Cristiano Bortone, poi cambiata in corso d'opera, Peyretti dice: "Il film e' rock e anarchico. Non mi sono posto limiti. Sky mi ha dato la possibilità di raccontare la storia in maniera libera. C'è bisogno di coraggio -conclude - per recuparare la mancanza culturale di libertà nel fare le cose".