A Milano trova spazio, in un cinema, una libreria e una cascina in città, un pezzo di Svezia grazie ad un festival organizzato da Iperborea (fino al 29 maggio). Caffè Stoccolma, questo il nome della manifestazione, oltre agli incontri con gli autori (Mikael Niemi e Björn Larsson), ad eventi culinari e letterari, propone una rassegna di cinema contemporaneo in collaborazione con il Nordic Film Festival di Roma e l'ambasciata Svedese. Una selezione di quattro opere della nuova generazione di cineasti vincitrici di numerosi premi internazionali. “Lo scorso anno – spiega Luca Scarlini, intellettuale poliedrico e curatore della rassegna - in occasione di Caffè Copenaghen abbiamo ospitato Lene Borglum produttrice di Susanne Bier e Nicolas Winding Refn. Anche quest'anno il gioco è lo stesso, tentare di dare in quattro serate una panoramica del cinema svedese degli ultimi anni con un best of”.
Ad aprire le danze ieri sera ci ha pensato Palme, il documentario di Kristina Lindström e Maud Nycander su uno dei più grandi misteri della storia svedese: il 28 febbraio 1986 il Primo Ministro Olof Palme, considerato il Kennedy svedese, viene ucciso a colpi di pistola nel centro di Stoccolma. “Per la prima volta – commenta Scarlini - parlano la vedova e i figli. Il delitto ebbe un impatto enorme sull'opinione pubblica perché un delitto così efferato non aveva precedenti”. Ha chiuso la serata al cinema Apollo Babak Najafi, “un autore che sta esplorando l'universo americano e ha in preparazione un action movie. Con Sebbe, storia di un quindicenne problematico che trasforma una discarica di rottami in un luogo dove dare libero sfogo all'immaginazione, ha vinto come migliore film d'esordio a Berlino 2010 ed è stato un caso in Germania”. 
Questa sera sarà la volta di Björn Runge, vincitore dell'Orso d'Argento a Berlino nel 2004 per Daybreak, con Happy End, una fiaba moderna in cui le vite di cinque personaggi si incrociano cambiando per sempre il cammino delle loro esistenze. La quarta pellicola è Regretters di Marcus Lindeen, documentario queer “dalle immagini forti ma soprattutto pervaso dalla strana leggerezza di due vecchie zie pazze che raccontano delle peripezie chirurgiche per cambiare sesso e non gliene va mai bene uno”.
La città meneghina e i festival italiani negli ultimi anni hanno saputo apprezzare alcuni prodotti della cinematografia svedese. All'ultimo Milano Film Festival è stato presentato il film della giovane regista Gabriela Pichler Eat Sleep Die/Mangia dormi muori, vincitore del premio Sic a Venezia 2012. Il Festival di Roma 2011 ha premiato Noomi Rapace come migliore attrice per il film Babycall. “Ma - lamenta Scarlini - negli ultimi vent'anni la distribuzione italiana ha scollegato l'attenzione verso il cinema di questo paese che ci ha regalato Ingmar Bergman. Ricordo dieci anni fa il successo dell'esperimento sociologico Kitchen Stories di Bent Hamer che rimase al Mexico non so quanto tempo. Fa parte un po' della disattenzione della distribuzione nostrana, un esempio è il caso Salvo dei registi palermitani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza: osannato dalla critica francese al Festival di Cannes appena concluso, Grand Prix alla Semaine de la Critique nonché Prix Relevation e da noi ancora senza un distributore”.