(Cinematografo.it/Adnkronos) - Gli attori italiani giudicano gli attori italiani, in un confronto tra interpreti affermati e nuove leve che raccoglie pareri diversi. Come quelli di Monica Guerritore e Michele Placido che hanno pareri opposti al riguardo. Secondo la Guerritore, infatti, ''di attori bravi, come di registi, in Italia ce ne sono pochissimi, per questo il cinema italiano è in crisi - ha dichiarato sul Giornale dello Spettacolo - forse dovrebbero praticare un po' di più  il teatro, acculturarsi di più''. Di tutt'altro parere è, invece, Michele Placido, secondo il quale ''il cinema italiano non è mai stato tanto ricco di attori come in questo periodo''. Secondo Placido, attore e direttore artistico del Teatro di Tor Bella Monaca di Roma, gli attori di oggi sono più preparati rispetto al passato "perchè sono cadute le barriere tra cinema, teatro, televisione; si lavora di più e questo è un mestiere che si impara soprattutto facendolo - ha spiegato Placido -. Oggi gli attori si interessano alla tecnica cinematografica, hanno ambizioni d'autore, dirigono film, spesso con ottimi risultati, come dimostrano i casi di Kim Rossi Stuart e Sergio Rubini''.
Placido fa riferimento anche alla rinascita di una sorta di divismo: ''Riccardo Scamarcio, per citare un esempio, è già un autentico divo. Giustamente si torna a scommettere anche su interpreti dotati di glamour, come Laura Chiatti o Cristiana Capotondi. Però il divismo non è legato solo alla bellezza e allo charme: quello di Silvio Muccino nasce dalla simpatia, quello di Favino dal carattere: ma bisogna anche possedere talento, altrimenti il successo è destinato ad essere effimero''. Anche secondo Tonino Pavan, segretario nazionale del Forum Attori Italiani affiliato alla Fistel-Cisl, di attori bravi ce ne sono, ma non vengono tutelati, anzi, in Italia vengono penalizzati. "Nell'ultima Finanziaria è stato introdotto un emendamento che consente alle imprese di spettacolo di non pagare i contributi all'Enpals, utilizzando giovani con redditi inferiori ai 5mila euro - ha spiegato Pavan - Questo provvedimento favorisce il dilettantismo, perché le imprese saranno spinte a ingaggiare chiunque, magari persone che nella vita fanno un altro lavoro, piuttosto che i giovani diplomati delle scuole, delle accademie e dei conservatori. La verità è che nello spettacolo italiano c'è poca professionalità, perché non si vuole spendere nella formazione''. Dello stesso parere Placido: ''L'importante - ha concluso l'attore - è investire maggiormente sugli attori e aiutarli a crescere, senza timore di affrontare anche passi falsi. Dobbiamo imparare dal calcio a far crescere il vivaio''.