Lunghi applausi per l'ottimo Barbara, il film tedesco di Christian Petzold, il più intellettuale tra gli autori del Nuovo Cinema Tedesco, in competizione alla 62. Berlinale. Barbara è la storia di una dottoressa nella Germania Est punita e mandata in uno sperduto ospedale di provincia, per il solo fatto di aver inoltrato la richiesta di un permesso per un breve soggiorno all'estero. L'attrice Nina Hoss convince completamnete grazie a un'interpretazione scarna e magistrale. Il volto di una Germania socialista all'alba della fine e esausta. Le atmosfere e la luce sono quelle del capolavoro “Le vite degli altri”, la pellicola Oscar del 2006 sulla follia di uno Stato votato all'annientamento delle sue menti migliori. Anche Petzold il suo Barbara lo ambienta negli ultimi anni di RDT, nel 1980. Scelta che se possibile rende il tableaux ancora più vicino ai colori dell'elegia. Come sia arrivato a questa storia con ottime chance di vittoria, il regista lo spiega cosí: “Parlando con amici medici del Meclemburgo - Pomerania, lo Stato dove ho ambientato il mio film, mi sono reso conto delle innumerevoli variazioni sul tema della punizione nella ex Germania Est. La semplice richiesta di un viaggio fuori dalla Germania era punito con il trasferimento immediato in posti impensabili. E questo succedeva fino a poco piu di vent'anni fa”. Petzold non è un cineasta delle grandi emozioni. Ma delle zone grigie, degli spazi di mezzo, quelli dove è il vuoto a riempire. A Petzold basta uno sguardo per illuminare la felicità, o il suo contrario. La speranza è di vederlo presto sugli schermi italiani.