(Cinematografo.it/Adnkronos) - Mad Detective, il film a sorpresa in concorso della 64esima Mostra del Cinema di Venezia, molto apprezzato ieri sia per nelle proiezioni per la stampa che in quella ufficiale con il pubblico del Lido, segna una svolta nella carriera del regista hongkonghese Johnny To, che lo ha diretto insieme al collega Wai Ka-Fai. Rispetto ai suoi precedenti film, in prevalenza action movie incentrati sul sentimento dell'amicizia e della fratellanza, qui Johnny To propone, infatti, un film più introspettivo, che ruota intorno ai personaggi di un detective-stregone e di un poliziotto dalla personalità multipla. "E' vero - conferma il regista - ho fatto questo film anche per smentire chi diceva che io so fare solo film d'azione. Quest'anno festeggiamo i dieci anni che esiste la mia società di produzione (la Milkyway Image, ndr). La sfida per i prossimi dieci anni è quella di far crescere nuovi registi che facciano film diversi come questo. L'idea di un protagonista pazzo, rivela Johnnie To, è stata di Wai-Ka-Fai, che spiega: "la malattia mentale ci ha dato la possibilità di esaltare alcuni aspetti della realtà e ci ha fornito punti di osservazione originali". La storia raccontata dal film, interpretato da Ching Wan Lau (il detective) e Andy On (il poliziotto schizofrenico), prende il via dalla scomparsa di una pistola della polizia che viene collegata ad una serie di furti e omicidi. Johnny To sottolinea che non si tratta di un film sulla malattia mentale, "piuttosto sui problemi interiori di ognuno di noi". Secondo Wai-Ka-Fai, poi, "ogni essere umano ha diverse personalità": basta vedere in quante maniere diverse puòreagire se si trova più volte di fronte alla stessa situazione. Ognuno ha almeno 4-5 personalità. Così come in ognuno di noi c'è un 'diavolo' che ogni tanto esce fuori". A chi gli fa notare che questo film si presterebbe facilmente ad un remake Usa, Johnnie To risponde: "noi siamo contenti di fare film a Hong Kong". Quanto al fatto che il film a sorpresa ha inevitabilmente meno pubblicità degli altri, il regista taglia corto: "Lo so ma non mi importa. C'è spazio per tutti".