“Siamo partiti nel 2003 e 10 anni dopo c'è il film, insieme al primo ministro di colore in Italia, la Kyenge: una coincidenza molto interessante, anzi, il segno focale della società che cambia”. Parola di Matteo Pellegrini, che il 4 luglio con Eagle Pictures porta in sala Italian Movies.
Presentato all'ultima edizione del Festival di Roma, è girato a Torino e racconta un'Italia nuova, multiculturale e multietnica: Aleksei Guskov (Il Concerto) Michele Venitucci (Tutto l'amore che c'è), Anita Kravos (La grande bellezza) e Filippo Timi sono tra i protagonisti della commedia su un gruppo di lavoratori precari che cercano un futuro migliore proprio attraverso il cinema, ovvero gli Italian Movies, a uso e consumo dei migranti. “Lo spunto l'ho avuto una sera del 2003 in una casa di produzione: c'era un filippino a far le pulizie e, ho pensato, se utilizzasse l'ufficio e le attrezzature per lavorare in proprio? Mi s'è accesa una lampadina e per 5 lunghi anni abbiamo scritto con Giovanna Mori e Paolo Rossi. Finalmente ora c'è il film e la sfida di raccontare con i toni della commedia internazionale e gli occhi degli immigrati la realtà dal loro punto di vista. Un nuovo punto di osservazione, la società che cambia”.
Ma c'è una sfida ulteriore: “Vedere quel che diranno i migranti, capire se abbiamo trasmesso il vero messaggio del film: abbiamo tanto da imparare da loro, l'entusiasmo, la voglia di mettersi in gioco e rischiare che noi abbiamo perso”. Del resto, “ se oggi l'Inps sta in piedi grazie al lavoro degli immigrati e se i nostalgici dovrebbero ricordare come l'Impero romano fosse un coacervo di popoli e culture”, Pellegrini puntualizza: “Gli immigrati sono una grande risorsa, altro che problema: diversità è ricchezza”.
Infine, il regista parla del cast: “Una grande famiglia, stramba come gli Addams o i Tennenbaum:  persone che vengono da posti diversi, con lingue diverse, tutte molto brave a recitare in italiano in presa diretta. Una sfida incrociata tra italiani  e non, con Filippo Timi per scheggia”. Italian Movies, conclude Pellegrini, “ha rischiato di rimanere nel cassetto: uscire in sala è un sogno che s'avvera”.