(Cinematografo.it/Adnkronos) - Rino Gaetano. Ma il cielo è sempre più blu. Questo il titolo, ancora provvisorio, della fiction che oggi ha aperto il RomaFictionFest. L'ascesa al successo e la vita tormentata del cantautore, il suo rapporto con il padre, le sue umili origini e le sue donne, il tutto racchiuso in tre ore di video. Con Claudio Santamaria, nei panni del cantante, Kasia Smutniak, in quelli di Irene, sua fidanzata storica nella fiction, e Laura Chiatti, in principio groupie e poi manager dello stesso Gaetano. Una produzione Rai Fiction, realizzata da Claudia Mori con la regia di Marco Turco. "Nel film forse non c'è la realtà di Rino Gaetano, ma la sua verità", ha affermato Agostino Saccà, direttore di Rai Fiction, rispondendo alle dichierazioni polemiche di Anna Gaetano, sorella del cantante, rilasciate in una recente intervista a Primissima: "Non sono soddisfatta, perché la fiction non corrisponde alla realtà. Rino non aveva manie di grandezza, non aveva una villa con piscina, non avrebbe mai alzato la voce contro il padre e poi non era un ubriacone come lo si dipinge". Saccà ha però tenuto a precisare che "quando si raccontano storie bisogna lavorare in maniera drammaturgica. Riteniamo di non aver tradito il personaggio, d'altronde anche sulla sua morte, un incidente d'auto a 31 anni, è racchiusa un po' della sua biografia. Il senso del film è quello dell'ironia che seppellisce il potere". "Prima di scrivere la sceneggiatura - ha aggiunto il regista Marco Turco - c'è stato un ampio lavoro di ricerca. Abbiamo letto tutte le biografie, chiacchierato con gli amici più cari di Rino Gaetano. Ed è normale che se parli con 15 persone ti racconteranno 15 storie diverse tra loro e non si riconosceranno mai nel film perché ognuno ha un suo modo di ricordare Rino. Raccontiamo la storia di un immigrato che all'inizio viveva in un seminterrato e che, alla fine della sua carriera, si compra una villa. Nella realtà si trattava di una casa in campagna, ma visivamente si racconta come una villa con piscina. Abbiamo raccontato la forza di Rino Gaetano, il suo essere un giovane 'anti-eroe'. Infine, gli scontri con il padre, in quegli anni tutti avevano conflitti con il proprio padre, siamo nel '68". Quanto all'attore scelto per interpretare la parte di Rino Gaetano, Claudio Santamaria, Marco Turco ha raccontato: "La prima volta che ho visto Claudio lui mi ha detto che non somigliava affatto a Rino Gaetano, ma per me non era vero. Pensavamo che tutte le canzoni sarebbero state fatte in playback poi, un giorno, Claudio mi ha fatto sentire la sua versione di Sfiorivano le viole. Abbiamo organizzato un concerto con la Rino Gaetano Band, abbiamo registrato un dvd, per ben due volte, la prima ci furono dei problemi tecnici, e l'abbiamo sottoposto a Claudia Mori". Alla fine è proprio Santamaria a cantare per tutto il corso del film. Le uniche due canzoni originali sono Mio fratello è figlio unico (in testa) e l'ultima Ma il cielo è sempre più blu, che però l'attore canta durante la fiction. E proprio stasera, alla fine della proiezione per il pubblico organizzata dal RomaFictionFest, Santamaria canterà alcune canzoni di Rino Gaetano insieme a Laura Chiatti: "La prima cosa che ho fatto per entrare nella parte, racconta l'attore, è stata perdere peso. Poi ho iniziato a leggere le sue biografie, a leggere ciò che leggeva lui e ad ascoltare la musica che ascoltava. Ho iniziato a suonare le sue canzoni, ma con la mano destra, perché io sono mancino. Volevo uscisse fuori un lato di lui che non si era mai visto nelle sue apparizioni tv, quello più poetico, più fragile perché Rino Gaetano era prima di tutto uno scrittore e un poeta". La produttrice Claudia Mori riconosce il duro lavoro affrontato da Santamaria e interviene poi sulle polemiche innescate dalla fiction: "Un conto è fare una scelta autoriale per contestualizzare alcune cose, un conto è dire che abbiamo falsato la storia. Non ci siamo inventati niente. Forse i conflitti potevano essere narrati in maniera diversa, ma c'erano". La fiction sarà trasmessa da Rai Uno tra novembre e dicembre e rientra nella politica operata dall'emittente pubblica che già nel 2006 ha portato ad un ringiovanimento del pubblico: "E' un film per mandare segnali forti al pubblico giovane senza allontanare quello tradizionale. Un modo per dire, conclude Saccà, su Rai Uno, la piattaforma di papà, c'è qualcosa anche per voi".