L'omaggio di Wes Anderson al grande cinema europeo: The Grand Budapest Hotel, scelto come titolo di apertura della Berlinale 2014, convince, diverte e conferma il talento del regista texano.
Dopo aver inaugurato il Festival di Cannes 2012 con l'ottimo Moonrise Kingdom, Wes Anderson si conferma così la scelta migliore per dare il via a una manifestazione internazionale tanto prestigiosa.
Protagonista della sua ultima fatica è Monsieur Gustave, il leggendario concierge di un importante albergo mitteleuropeo, che conosce tutti i segreti dei suoi eccentrici clienti. Ha un rapporto privilegiato con Madame D., un'anziana ed elegante signora che gli lascerà in eredità un prezioso dipinto del Rinascimento, futura causa di tanti guai.
Raccontato attraverso un lungo flashback che ci porta all'inizio degli anni '30 del ‘900, The Grand Budapest Hotel è l'ennesimo film degno di nota di un autore che basa il suo stile su un grande rigore formale, fatto di inquadrature simmetriche e di scelte musicali originali (straordinario, come sempre, Alexandre Desplat).
Echi di Jean Renoir (il passaggio da un'epoca all'altra), Ernst Lubitsch (il tocco ironico) e Max Ophüls (il senso della composizione) in un film che, oltre ad avere uno splendido ritmo, è anche un toccante omaggio nostalgico a un tipo di cinema che non si fa più: lo dimostrano le scenografie color pastello, i fondali dipinti e persino alcune scelte registiche squisitamente vintage.
Arrivato alla sua ottava pellicola, Anderson continua così a proporre con coerenza le tematiche che hanno contraddistinto la sua intera carriera: personaggi ironici e sgangherati fanno parte di un grande carosello dove immagini e suoni danzano armoniosamente. Il regista texano, nato a Houston nel 1969, crea con The Grand Budapest Hotel l'ennesimo tassello di un cinema privo di regole e impossibile da classificare, libero dal punto di vista narrativo e perfettamente architettato in ogni sua parte.
Ad arricchire il tutto, un cast in grande forma, a partire da Ralph Fiennes nei panni del raffinato Monsieur Gustave.